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Barbarie vegane e miscredenti a MasterChef, tra centrifugati di clorofilla e stufato di tofu

Mahatma

Prova in esterna in un parco a teorizzare un Gesù vegetariano che beve acqua. Pressure test incredibile, con il colpo di scena finale. Adieu Mariangela, crollata sul timballo

A me il cervo non piace, ma dopo aver appreso dell’esistenza di un centrifugato di clorofilla, mi è venuta voglia di addentare tutta la selvaggina raccattabile in giro. L’esterna di questa puntata era in un bellissimo parco milanese e i nostri prodi cuochi dovevano far da mangiare a venti bonzi esperti in kung-fu. Avevano le divise arancioni, consacravano il cibo a Buddha e tutte quelle cose new age che vanno tanto di moda, tra ohm e gong. Ma, più di tutto, erano vegani. Quindi mangiavano solo roba cruda senza contatti animali. Ecco, allora, la clorofilla, il seitan e il tofu. E poi alghe e – Gesù mio – tiramisù vegano crudo. Qualche eccezione all’uso del fuoco era comunque prevista, hanno spiegato gli esperti: bastava non andare oltre i 42 gradi centigradi, “che è la temperatura del nostro sangue, il fuoco della vita”. Joe Bastianich ha perculato per l’intera puntata il capo bonzo, che ha perfino criticato il Papa perché beve vino a messa. Cristo, ha aggiunto il superiore della congrega vegana, “oggi berrebbe acqua e sarebbe vegetariano”. Se lo dice lui, va bene.

 

Prima c’era stata l’eliminazione di Roberto (peccato, altri dovevano andare a casa prima), quindi l’Invention test con la prova a staffetta: un complicatissimo e poco digeribile timballo del Gattopardo con uova, piselli, ragù, pasta e qualcosa d’altro. Un mappazzone, detto inter nos. I peggiori sono stati, ça va sans dire, l’architetto Gabriele e Mariangela, che non è stata capace manco di tirar fuori il timballo dalla scodella. Hanno chiesto a Michele, il giovanotto, se avesse mai letto il Gattopardo. La risposta è stata sì, Bastianich l’ha mandato a quel paese e gli ha chiesto chi l’avesse scritto. Risposta: “Mi interessano altre cose”. “Tipo?”. “La figa”. Almeno è sincero, e pazienza per le preoccupazioni banali da educanda della ministra Valeria Fedeli sullo stato dell’istruzione italiana. Come se qualcuno a scuola avesse davvero letto il Gattopardo. 

 

Pressure test interessante, tra sarde a beccafico, zabaione, filetto in tre cotture e mozzarella in carrozza. Lo sciagurato Gabriele non ne ha combinata una giusta, è arrivato sfinito, con il sorrisino perfido di Gloria, sempre più antipatica, a fissarlo. Eppure, alla fine ha sfoderato l’asso e ha mandato a casa Giulia, una di quelle che avrebbe potuto arrivare quasi fino in fondo. Almeno era simpatica. Molto più dei quattro quinti di quelli rimasti dentro.

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  • E' nato al nord (non serve dire dove né quando, anche perché sono informazioni buone per necrologi e che poco interessano il lettore più o meno interessato). Si considera maturo quanto a età, meno a dotazione intellettuale. Non se ne cruccia, sapendo che la capacità d'elaborazione mentale in codesto mondo non deve essere per forza alta (d'altronde Hegel e Kafka non sono più bestseller da qualche decennio). Segue lo sport in generale a eccezione delle bocce, del sumo e del golf, che considera una delle più grandi sciagure capitate all'umanità, quasi quanto lo sport trasmesso sulle reti Rai. (ne parla sovente su questo giornale) Appassionato di cucina televisiva, ama le pentole che si vedono a MasterChef (delle cui puntate cura periodicamente le recensioni sempre su questo giornale) e soprattutto la relativa dispensa. Ricorda con rimpianto la tv del cane di Paolo Limiti, Floradora.