Quanto sta accadendo a Libero e Virgilio potrebbe cambiare il mercato delle mail

Andrea Trapani

Almeno nove milioni di italiani da giorni non riescono ad accedere ai loro indirizzi di posta elettronica. L'azienda è al lavoro, ma ancora non ha risolto il problema.L'occasione per i competitor (non solo per quelli gratuiti)

I comunicati si inseguono, Italiaonline cerca di rassicurare i clienti ma il disservizio che, dalla notte del 23 gennaio, interessa i clienti con email Libero e Virgilio ancora non si è risolto. A memoria non si ricorda un problema tanto prolungato con protagonista un’azienda così importante. Dietro al servizio di posta elettronica, c’è un intero ecosistema che nel solo segmento consumer raggiunge ogni mese 27,2 milioni di utenti unici di cui 22,3 milioni da mobile. Numeri enormi per il mercato italiano.

Merito di questo successo sono anche gli storici utenti Libero Mail e Virgilio Mail che dovrebbero superare i 9 milioni stando agli ultimi dati. Sono tantissimi, infatti, gli italiani che hanno aperto un account con i due noti brand che hanno vissuto il loro periodo d’oro nei primi anni di internet nel nostro paese. Clienti fedeli visto che ancora utilizzano quei servizi.

  

Italiaonline nega attacchi esterni

“Stiamo lavorando incessantemente da ormai diverse ore per risolvere un problema infrastrutturale inaspettato e imprevisto – ha dichiaratop Diego Rizzi, Chief technology officer di Italiaonline - e che non è dipeso da sistemi sviluppati di Italiaonline. Possiamo rassicurare, come già scritto sui nostri portali e touchpoint digitali, che i nostri utenti sono stati in questa situazione di emergenza, e continueranno ad essere sempre, la nostra priorità. L’attuale situazione non è dipendente da attacchi cyber esterni”.

Insomma, il problema dovrebbe essere interno. Non si hanno molti dettagli, un fatto che rende ancora più frustrante la rabbia dei clienti “chiusi fuori” dalla loro casella di posta. Compresi i clienti paganti, eccezion fatta per coloro che usano la Pec di Libero. Almeno quella è salva, ma non la reputazione.

  

Chi c’è dietro alla grande società italiana

Lo scorso anno l’istrionico miliardario Naguib Sawiris, già proprietario di Wind, aveva deciso di prendere possesso di tutta Italiaonline. Era giugno quando Libero Acquisition, società del gruppo Orascom, controllato indirettamente dal magnate egiziano, aveva completato il processo che ha portato la famiglia Sawiris a controllare indirettamente l’intero capitale sociale. Una scelta non casuale per rimanere nel mercato italiano visto che l’azienda aveva ereditato gran parte della storia della rete italiana.

    

      

“Come abbiamo avuto modo di comunicare ai nostri utenti in queste ore, in 25 anni di servizio fedele agli italiani, non ci è mai successo di restare off-line per così tanto tempo”, scrive la società in un tweet. Un post che sembra più una bandiera bianca che altro, il danno reputazionale è fatto.

Gli spazi lasciati vuoti però spesso si riempono. Un motto che vale tanto per la politica quanto per internet. Probabilmente questo disservizio prolungato rischia di diventare un’occasione ghiotta per i competitor che potranno recuperare quote di mercato.

 

Un’occasione per cambiare email?

Non ci sono ancora dati ufficiali, ma non sono pochi gli utenti che promettono di cambiare quanto prima la propria email principale. A goderne sarà Gmail che, anche nella sua versione gratuita, ha percentuali di disservizi davvero ai minimi termini. Certo, dietro c’è la forza (e la potenza) di Google ma può essere un’occasione anche per altri fornitori. Magari pure quelli con servizi a pagamento che sembrano essere prodotti di nicchia ma che spesso svolgono una funzione fondamentale: quella di restare online il più a lungo possibile e prevedere condizioni contrattuali con rimborsi a cui rifarsi in caso di disservizi.

Tra gli infiniti commenti sui social, intanto alcuni addetti ai lavori non nascondono la propria sorpresa nel verificare che, ancora oggi, nel 2023, così tanti italiani affidassero a un servizio gratuito la gestione della propria email. Nonostante ogni anno i numeri registrino una costante crescita dei siti aziendali sul dominio .it, non sono pochi i professionisti e le aziende che ancora utilizzano gli indirizzi email creati 20 anni fa. I biglietti da visita parlano da soli, anche se questo disservizio potrebbe far cambiare per sempre gli usi e le consuetudini dei professionisti costringendoli a una maggiore consapevolezza sul valore delle proprie comunicazioni. A patto di recuperarle. “Il servizio, una volta ripristinato, non genererà nessuna perdita per i milioni di account Libero e Virgilio mail”, si legge in una delle prime note dell'azienda. Speriamo.

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