(foto Ansa)

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In miniera!...Imprecazione da rivedere. Grazie al 5G il lavoro è smart anche lì

Marco Bentivogli

Un'azienda cinese permette anche ai minatori di poter lavorare da remoto. Tutto merito delle nuove tecnologie

L’imprecazione che quelli come me riservano, spesso, alla “sinistra ztl” forse in futuro andrà rivista. Il lavoro dei minatori è sempre stato considerato tra i più duri e impegnativi, senza contare le vere e proprie stragi che vi sono state nella storia del movimento operaio. Pensate che l’amianto, anche dopo che ne era stato vietato l’utilizzo in Italia, con la legge del ’92, e in gran parte dell’occidente, per anni i minatori in Africa e non solo hanno continuato a estrarlo poco più che a mano. In un momento in cui i tradizionali alfieri del ritorno al passato ci spiegano le contraddizioni del lavoro senza sapere di cosa parlano, ci si concentra su quanti e quali lavori sono “remotizzabili”. Ora arriva dall’Henan, nella Cina centrale, la notizia che anche i minatori possono lavorare in smart working e guidano i macchinari da remoto. Un’azienda cinese attiva nell’estrazione e nel trattamento del molibdeno ha modificato veicoli da trasporto, scavatrici e altri macchinari con un sistema per la guida in remoto basato su telecomunicazioni 5G. In questo modo gli operai possono controllare le operazioni da postazioni protette, sanificate e mantenendo il distanziamento sociale. Il molibdeno non fa parte delle terre rare ma sappiamo che la Cina è leader mondiale (quasi monopolista) di queste ultime, il cui grande problema non è solo l’approvvigionamento ma anche la gravosità e nocività del lavoro per l’estrazione e la lavorazione.

Una miniera “smart” può agevolare molto l’attività estrattiva di queste materie prime strategiche per tutto l’high tech a livello globale. Il molibdeno che ha un elevato punto di fusione oltre 2000° C, viene utilizzato per la produzione principalmente di leghe e acciai ad alta resistenza. Insieme a nichel e cromo è in grado, per esempio, di formare leghe estremamente  resistenti al calore e alla corrosione, con elevati carichi di rottura. I suoi impieghi sono spesso per elettrodi per forni di fusione di vetro, parti di missili, parti di aeromobili. Mentre in tutto il mondo molte aziende grandi e piccole faticano ancora a capire la rivoluzione del lavoro intelligente, in Cina sono iniziati i primi esperimenti per far lavorare in remoto una categoria di lavoratori che non era per niente scontato avrebbe potuto svolgere il proprio mestiere in modalità smart. L’azienda in questione, la China Molybdenum ha infatti dotato alcuni macchinari destinati al trasporto dei materiali di un sistema di guida remoto e di antenne 5G pronte a ricevere i comandi provenienti da postazioni lontane anche decine di chilometri. I macchinari possono così essere teleguidati da lavoratori che fino a oggi dovevano necessariamente farlo al posto di guida dei veicoli.  Le postazioni che permettono ai minatori di comandare a distanza le scavatrici replicano i comandi originali, con barre di comando e pannelli di controllo simili a joystick, che inviano in 5G ai macchinari gli stessi comandi che altrimenti andrebbero impartiti in presenza.

Gli operai partecipano allo scenario di lavoro attraverso riprese in tempo reale da telecamere montate sui macchinari. Potendo lavorare da casa o comunque da postazioni messe in sicurezza sanitaria, i dipendenti dell’azienda sono meno esposti al contagio e al rischio di trasportare l’infezione inconsciamente. Il 5G amplia in modo poderoso i settori e i lavori “remotizzabili”, proprio grazie alla bassa latenza delle comunicazioni, ovvero al fatto che un comando e la sua risposta impiegano solo una manciata di millisecondi per viaggiare dal mittente al destinatario e viceversa. Tutto ciò consente ai minatori smart di guidare con facilità, con joystick, macchinari ad alta precisione o ad alta potenza esattamente come se fossero presenti, ma anche di farlo con la prontezza di riflessi necessaria a reagire a eventuali imprevisti. Il 5G abilita ecosistemi digitali intelligenti, questo è solo uno degli esempi di intreccio virtuoso delle realtà che diventeranno capaci di dialogare e rendere i territori più forti, ricchi di opportunità e sostenibili. Qualcuno riuscirà a spiegarlo all’italica “alleanza dei comuni contro il 5G”?

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