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I pericoli senza nome della rete 5G

Redazione

L’Ue non cita aziende o paesi, ma un report rende ben chiari i problemi

L’Unione europea ha pubblicato ieri la sua relazione sui rischi posti dallo sviluppo della tecnologia 5G per la sicurezza nazionale degli stati membri – e senza nominare stati né aziende ha dato a intendere che il 5G è troppo strategico per affidarlo a mani di cui non si ha fiducia cieca. Il documento di oltre trenta pagine contiene le considerazioni delle agenzie d’intelligence di tutti i paesi europei, ed è un passo della strategia Ue sul 5G. Il rapporto considera la possibilità che organizzazioni terroristiche e di hacker trovino il modo di violare la rete, immagina vari scenari di rischio, ma le parti più lette del documento sono state quelle che hanno preso in considerazione la possibilità disastrosa che uno stato terzo e malevolo penetri nella rete 5G.

 

 

Ricordiamo che il 5G non è una tecnologia utile soltanto per gli smartphone, ma sarà la base delle comunicazioni militari, della gestione delle centrali elettriche, delle infrastrutture, della viabilità su strada. Il 5G è strategico. Per questo molti hanno pensato alle polemiche di questi mesi quando il rapporto Ue cita come rischio centrale la possibilità che un fornitore di tecnologia 5G subisca interferenze da uno stato non europeo e fa un elenco che sembra un identikit: tra i pericoli ci sono “un forte collegamento tra il fornitore e il governo di questo stato” non europeo; “la legislazione di questo stato, specie quando questa non ha controlli legislativi o democratici”; “le caratteristiche della struttura societaria del fornitore”; “l’abilità del paese terzo di esercitare pressioni”. Chi ha seguito il dibattito attorno a una certa azienda cinese molto forte sulle forniture di tecnologia 5G si sarà senz’altro ritrovato in questa descrizione, e questo prova che nonostante tutti i tentativi di rassicurazione la preoccupazione per la diffusione in Europa del 5G cinese non se ne va.

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