La mia idea per cambiare l'Europa. Parla Margrethe Vestager

Il commissario europeo per la Concorrenza, in un'intervista al Foglio Tech Festival, ha parlato di tecnologia, sviluppo, mercato Ue e ha analizzato la situazione politica in Italia dopo il voto alle europee del mese scorso

Il Commissario europeo alla Concorrenza, Margrethe Vestager, è intervenuta al Tech Festival, l’evento sull’innovazione  organizzato a Venezia dal Foglio. Intervistata da Eugenio Cau, il commissario ha parlato di tecnologia, sviluppo, mercato Ue ma non solo. Ha anche analizzato la situazione politica in Italia dopo il voto alle europee del mese scorso.

“La società deve essere al comando quando si parla del rapporto con la grande industria tecnologica”, ha detto la Vestager. “Perché altrimenti finiamo per privatizzare la gestione di tutta la nostra società nelle questioni più private come le amicizie, il business, il commercio e ovviamente la democrazia”.

 

“Scorporare le aziende monopoliste per me è una misura di ultima istanza. L’obiettivo è fare in modo che il mercato funzioni. Fare in modo che i nuovi arrivati, gli innovatori, abbiano le loro possibilità di entrare nel mercato e di farcela. Vorremmo utilizzare i metodi meno aggressivi possibile per fare in modo che questo avvenga. Per esempio nel caso degli ebook di Amazon abbiamo trovato un accordo con l’azienda e  adesso ci sono prodotti innovativi e nuovi business che entrano in quel mercato. Questo è un modo non aggressivo di agire, che tuttavia cambia il mercato e lo apre alla concorrenza. Poi c’è stato il primo caso Google, in cui si sono state una multa, una diffida, c’è stato l’ordine di equo trattamento, e questo ovviamente è un metodo molto più aggressivo”, come a dire: abbiamo molte armi a disposizione.  “Ma ovviamente, se non funziona niente, come ultima risorsa c’è lo scorporo delle aziende”.

 

“Le elezioni per il Parlamento europeo sono state differenti dal solito, e per molti versi sorprendenti. La destra e la destra estrema non hanno ottenuto il successo che si temeva. Per esempio i verdi e la mia famiglia liberale hanno aumentato i propri seggi, e il vecchio monopolio del potere è stato spezzato. Possono formarsi nuove coalizioni e possono succedere cose nuove. E hanno votato molte più persone, quasi il 51 per cento dei cittadini, che penso sia il record degli ultimi 25 anni. I cittadini hanno riposto la loro fiducia nella nostra democrazia”.

 

“Il populismo mi preoccupa in tutte le sue forme”, e quello che sta succedendo in Italia non è affatto nuovo: “Non è un’idea nuova che qualcuno dica: ‘Tutti gli altri non hanno capito niente, io ho capito tutto e ho qui la soluzione miracolosa per tutti i vostri problemi’. Questa è un’idea vecchia. Non molto innovativa. I libri di storia sono pieni di esempi così. Ciò che deve far pensare è che i cittadini credano a queste storie e dicano: ‘Voglio votare per lui’”.