Carlo Perrone (foto Imagoeconomica)

“L'opera dell'ingegno va tutelata”. Gli editori europei esultano per la direttiva sul copyright

Marina Valensise

Carlo Perrone, presidente dell'Enpa, soddisfatto del voto dell'Europarlamento: “L’unico modo per contrastare le fake news è il giornalismo professionale, che è costoso e va retribuito”

Carlo Perrone, il presidente della Federazione degli Editori Europei, può dirsi soddisfatto. La sua missione impossibile è compiuta. L’Europarlamento ha approvato a maggioranza il testo della direttiva sul diritto d’autore: “Non era scontato. Se fosse passato il voto sull’ammissibilità degli emendamenti prima di quello sul testo integrale della direttiva, si sarebbe dovuto rivotare tutto, e con ogni probabilità la discussione sarebbe stata rinviata alla prossima legislatura”. Una vittoria sul filo di lana, dunque? “Sì e da fulmicotone, per soli cinque voti di scarto”. Per una volta, l’Europarlamento ha smentito se stesso, riaffermando i principi fondanti dell’Ue, la difesa delle opere di ingegno, la tutela della libertà di creazione, espressione e persino informazione. “Nonostante l’intenso lavoro delle lobby contrarie, che hanno inondato di messaggi i parlamentari, e la sospensione di Wikipedia Italia per 24 ore, è stato un voto molto sentito, grazie a una fortissima mobilitazione. Alla fine, all’Europarlamento sono esplosi gli urrah”.

 

La nuova direttiva stabilisce che il lavoro dell’ingegno vada remunerato. E’ possibile calcolare il saccheggio subito finora da editori, autori, creatori? “Ancora è prematuro. E poi c’è da fare un lavoro negoziale. Non abbiamo ancora idea di quale valore abbia questa direttiva a livello europeo. Girano stime, ma per ora non mi sento in grado di darle”.

 

Prima di essere un azionista del gruppo GEDI, il fatto essere un italiano con radici francesi, erede di una grande famiglia di collezionisti e amanti dell’arte (sua nonna, Marie Claude de Noailles, era la mecenate di Cocteau e Buñuel ndr) ha favorito il suo compito? “Tre anni fa, quando ho accettato la carica, il diritto d’autore era il dossier sul quale ci siamo maggiormente impegnati. Perché ha un impatto sul futuro delle aziende editoriali in tutta Europa. Ci siamo battuti sin dall’inizio, a cominciare dal testo proposto dal Commissario Hoettinger, per mobilitare tutti gli editori francesi, olandesi, tedeschi, persino i polacchi che ieri sono usciti con una pagina bianca a sostegno del voto sul copyright. E poi c’è stata la mobilitazione degli autori, scrittori, artisti, musicisti, a cominciare dal presidente della Siae Mogol”.

 

Questa direttiva servirà a arginare le fake news? “E’ chiaro che l’unico modo di contrastarle è il giornalismo professionale, che è costoso e va retribuito. Per questo bisogna mettere le società editrici in grado di offrire un servizio di qualità e dunque retribuire il lavoro giornalistico”.

 

Gli oppositori temono oneri troppo pesanti per le piccole realtà. “La direttiva non si applica alle piccole società, ma solo alle grandi società che dispongono di tutti i mezzi necessari per una verifica preventiva sui diritti d’autore, come fa Neftlix, per esempio. Una grande piattaforma produttrice di contenuti non è che mette in onda prodotti senza aver prima verificato l’esistenza dei diritti”.

 

Dopo il voto del parlamento ci sarà il passaggio al Consiglio europeo, la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Dopodiché la direttiva dovrà essere recepita dai singoli parlamenti nazionali. Considerata l’opposizione del governo italiano, lei pensa da noi che andrà tutto liscio? “Recepire la nuova direttiva, entro due anni, è un obbligo comunitario, altrimenti l’Italia rischia una procedura di infrazione. Non sarebbe la prima volta, certo, ma io spero che dopo il voto dell’Europarlamento, il governo italiano voglia rivedere la sua posizione. Dispiace che proprio l’Italia, dove cultura e creatività sono così importati, abbia votato contro la direttiva in sede governativa. I prodotti dell’ingegno sono da sempre un nostro atout. E il governo dovrebbe tenerne conto”.

 

Il libero accesso prevale sulla tutela dell’ingegno? “Il valore intellettuale è altrettanto importante, se non di più, di quello materiale. E va protetto e retribuito come i brevetti o i prodotti materiali. Per un paese come l’Italia è di fondamentale importanza. Inoltre, la direttiva non prevede alcun tipo di censura per gli utenti in rete, che potranno continuare a scambiare via link come hanno fatto sempre. Ma l’opera dell’ingegno va tutelato dalle attività commerciali. E’ questo il principio della nuova direttiva”. Tecnicamente come verrà applicato? “Ci saranno una serie di norme di attuazione. Noi auspichiamo di stringere accordi virtuosi, coi grandi aggregatori come Google e Facebook, in funzione di tutta l’economia digitale. Vogliamo continuare a collaborare. In questi mesi abbiamo avuto posizioni divergenti, ma non vuol dire che in futuro non troveremo accordi soddisfacenti”.

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