E se nel futuro dei giornali ci fosse un “Netflix delle notizie”?

Enrico Cicchetti

Scribd ha appena firmato accordi per avere in licenza contenuti premium da numerosi editori e grandi testate. Il modello di business è quello del piccolo abbonamento mensile, a cui ci siamo abituati per musica e cinema

Sembra che così possa funzionare: si crea un’enorme libreria di contenuti e si chiede un piccolo canone mensile per l'accesso. Spotify l’ha fatto con la musica. Netfilx con i film e le serie tv. Ora Scribd, una startup che in cinque anni ha raccolto mezzo milione di utenti, ha in mente di provarci con le notizie.

   

Ieri Scribd ha annunciato di avere stretto accordi con alcuni dei principali giornali in lingua inglese tra cui New York Times, Wall Street Journal, Guardian, Financial Times e le redazioni di Npr e ProPublica. La startup ottiene così alcuni contenuti premium di questi e altri editori, con una licenza simile a quella con cui Netflix acquista i diritti su film e spettacoli televisivi. A partire da questa settimana i lettori che sottoscrivono il canone mensile da nove dollari di Scribd possono accedere online a tutto il materiale che la piattaforma raccoglie e organizzarlo a seconda dei propri interessi.
   
La startup ha esordito nel 2013 pubblicando solo ebook, per poi aggiungere audiolibri, spartiti, documenti, riviste e ora giornali. Il ceo, Trip Adler, ha spiegato su Niemanlab che “Scribd non si concentrerà sulle ultime notizie” ma cerca contenuti di longreading, “più corposi ed‘evergreen’ che abbiano un’esperienza di lettura simile a quella di un libro. Contenuti che prendono alcuni minuti e abbiano anche una ‘data di scadenza’ più lunga, interessanti da leggere anche molti giorni dopo il fatto in sé. Si parla da tanto di come monetizzare il giornalismo e pensiamo che questa sia una risposta davvero interessante”. Scribd offre agli editori una serie di accordi di licenza, ha detto Adler a Poynter, che possono variare da una quota fissa a una a seconda dei click per articolo. Con 50 milioni di dollari di fatturato annuo, Adler dice che l’azienda è in grado di ripagare tranquillamente gli editori.

La società non è unica nel suo genere. La startup di micropagamenti Blendle aveva già firmato accordi con diversi dei giornali partner di Scribd ma in effetti è più semplice rivolgersi a una piattaforma unica e pagare una volta al mese piuttosto che farlo ogni volta che si vuole leggere qualcosa. Mentre i più noti Flipboard e Apple News non permettono ancora di abbonarsi.

   

In aprile, Flipboard – un aggregatore di notizie che consente di leggere articoli e organizzarli per argomenti preferiti – ha introdotto in tre delle sue categorie più popolari (tecnologia, notizie e intrattenimento) video prodotti da partner come Hearst, Elle, Harper, Marie Claire, Cosmopolitan e Cnbc. Nello stesso periodo Amazon ha lanciato “Subscribe”, un nuovo servizio di vendita di abbonamenti online tra cui quelli a riviste e giornali digitali, dando – potenzialmente – accesso agli editori alla sua ciclopica base di clienti.

Di più su questi argomenti: