Foto AbacaPress

Tesla vale più di Ford, ma Detroit batte la Silicon Valley in tecnologia

Eugenio Cau

Le azioni della società di Elon Musk hanno superato in valore quelle di Ford, ma gli investitori sottovalutano il potenziale tecnologico delle case automobilistiche tradizionali 

Roma. Da questa settimana Tesla, la compagnia di auto elettriche di lusso di Elon Musk, vale più di Ford. La notizia è stata data lunedì e, per quanto attesa, ha provocato analisi a metà tra lo scettico e lo scandalizzato. Tesla usa nelle sue auto tecnologie avanzatissime, compreso un sistema di guida automatica in fase di sperimentazione, ed è il parto intellettuale di uno dei grandi geni riconosciuti nel panorama tecnologico mondiale. Per gli investitori, dunque, non importa se Tesla nel 2016 ha venduto circa 76 mila macchine, mentre il settore automotive di Ford nello stesso anno ha venduto più di sei milioni e mezzo di veicoli. Ford vende e fattura incomparabilmente di più (152 miliardi di dollari contro 7 miliardi di dollari), ma i mercati guardano al potenziale, e scommettono che Tesla abbia le carte più in regola per diventare dominante quando sarà la tecnologia a farla da padrona, tutte le macchine saranno elettriche e si guideranno da sole. Il genio di Elon Musk, praticamente da solo, ha portato Tesla a un valore di mercato di 47 miliardi di dollari contro i 45 di Ford.

 

Una ricerca appena uscita del team d’analisi Navigant Research, però, mette un freno all’entusiasmo siliconvalleyano contrapposto alla vecchia industria automobilistica. Gli analisti di Navigant Research hanno messo in classifica 18 compagnie che lavorano alla creazione di una macchina che si guida da sola, ordinandole in base alla loro possibilità di raggiungere per prime l’agognato traguardo tecnologico. Ecco le prime quattro posizioni in classifica: Ford, General Motors, Renault-Nissan, Daimler. Tutte case automobilistiche tradizionali, due delle quali americane. Google, con la sua Waymo, è poco dietro, insieme a Bmw, ma altre due compagnie tech considerate da tutti come il meglio della tecnologia – Uber e, appunto, Tesla – sono nella parte medio-bassa della classifica. E’ la rivincita di Detroit sulla Silicon Valley, ha notato il sito di tecnologia The Verge.

 

Navigant Research prende in considerazione dieci criteri per stilare la sua classifica, tra cui la vision, il livello della tecnologia, il marketing, le vendite, l’affidabilità del prodotto, e alla fine giudica le aziende in base alla loro strategia e alla capacità di eseguirla. Insomma, come è ragionevole fare, considera il pacchetto completo, e non solo gli avanzamenti tecnologici puri, ed è per questo che le case automobilistiche sono così in alto in classifica. Il report riconosce, per esempio, che la tecnologia di Waymo è la migliore in assoluto, ma Google, per mettere su strada un veicolo, ha bisogno di stipulare una partnership con un costruttore tradizionale (due per l’esattezza: Fiat Chrisler e Honda). Lo stesso vale per Uber, che lavora con Volvo. Le case automobilistiche, al contrario, hanno tutte le macchine che vogliono e, attraverso una serie di investimenti miliardari, stanno creando in casa la tecnologia per la guida automatica. Negli ultimi tempi si è creato un inedito “club del miliardo” tra le case automobilistiche che hanno fatto grandi acquisizioni di startup e compagnie tecnologiche legate alla guida automatica. Ha iniziato Toyota, annunciando ormai nel 2015 la creazione del Toyota Research Institute, laboratorio sull’intelligenza artificiale in campo automotive con collaborazioni con Stanford e il Mit e un investimento da un miliardo di dollari in cinque anni. A marzo 2016 GM ha comprato la startup di guida automatica Cruise Automation per una cifra non specificata ma valutata intorno al miliardo, e per la stessa cifra, spalmata in cinque anni, a febbraio di quest’anno Ford ha annunciato un investimento nella startup Argo AI, fondata da un ex Google e un ex Uber. La Silicon Valley ha aperto la gara per la creazione delle macchine che si guidano da sole. Le case automobilistiche hanno iniziato in ritardo, ma recuperano terreno.

Di più su questi argomenti:
  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.