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Doveva essere virale, ma non lo è stato. Twitter chiude Vine

Redazione
Nello scarno comunicato stampa non vengono spiegate le motivazioni, ma la logica porta a pensare che la drastica decisione rientra in un più grande piano di razionalizzazione dei costi e degli investimenti

Addio Vine. Twitter ha annunciato la chiusura, “nei prossimi mesi”, del servizio di condivisione di video brevi, della durata di 6,5 secondi, da visionare in loop (ripetizione). Nello scarno comunicato stampa non vengono spiegate le motivazioni, ma la logica porta a pensare che la drastica decisione rientra in un più grande piano di razionalizzazione dei costi e degli investimenti.

 

Del resto Twitter non se la passa benissimo: il social è in vendita ma i possibili compratori fuggono. Vine fu acquistato nell'ottobre 2012. Pochi mesi dopo, a gennaio 2013, il lancio dell'app, che ebbe un discreto successo: fu utilizzata anche per campagne pubblicitarie e per contribuiti giornalistici in virtù del suo indice di viralità. Nelle speranze di Twitter Vine doveva replicare il modello di Youtube e dei suoi youtuber, ma i numeri hanno fatto a pezzi questa speranza. Insormontabile anche la concorrenza di Instagram, che nel 2013 ha introdotto la funzione dei filmati brevi.

 

Gli irriducibili amanti di Vine non devono temere per i loro contenuti: il sito resterà online e così i vecchi video, ma non sarà più possibile caricarne di nuovi. La scure, invece, è già caduta sul personale: il corollario dell'annuncio è il taglio di 350 lavoratori, pari al 9 per cento della forza professionale di Twitter, sempre più ingabbiato dalle sue lunghe difficoltà.

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