In fondo al mare c'è un server made in Microsoft

Giovanni Battistuzzi

Si chiama Natick ed è una struttura anfibia dentro la quale viene inserito un data center. E' pensato per lavorare sott'acqua, per abbattere gli sprechi idrici ed energetici ed è collegato alla terra ferma con cavi di fibre ottiche per la trasmissione del segnale.

Non è pop come Apple, non ha il design accattivante, nè la capacità di convincere il mercato della sua diversità intellettual-chic, ma in fatto di innovazioni Microsoft continua silenziosamente a dire la sua nel mercato tecnologico. L'ultima trovata dell'azienda fondata da Bill Gates si chiama Natick e dovrebbe andare a risolvere, secondo i progetti del colosso americano, il problema degli alti consumi elettrici e idrici per raffreddare i server dell'azienda. Il piano è semplice, creare delle strutture anfibie dentro le quali inserire i server per poi posizionarli direttamente sott'acqua, nel mare, collegandoli alla terra ferma con cavi di fibre ottiche per la trasmissione del segnale. Un progetto ecosostenibile, fa sapere l'azienda, perché prodotto con materiale riciclato e riciclabile e a impatto zero per l'ambiente in quanto l'acqua permetterà il raffreddamento dei sistemi senza venire a contatto con materiali inquinanti.

 

 

La prima sperimentazione è già andata a buon fine: nell'Oceano pacifico innanzi alla California l'azienda di Redmond ha immerso il prototipo "Leona Philpot" – nome di un personaggio dei videogiochi –, ottenendo un risparmio sensibile dei costi energetici e non creando nessun danno alla struttura nei 105 giorni nei quali questa è stata sommersa. Il data center ha inoltre permesso di servire più velocemente gli utenti vicini alla costa, diminuendo sensibilmente i ritardi di servizio dovuti al surriscaldamento dei server.

 

Il via alla seconda fase di sperimentazione dovrebbe essere dato entro i primi sei mesi del 2016 in Florida e dovrebbe prevedere un sistema di turbine per generare energia elettrica dal movimento delle onde.

 


Il Natick durante il primo test sotto acqua e durante la fase di riemersione (fonte Microsoft)


 

Come riporta il New York Times il progetto potrebbe permettere un generale aumento della velocità dei servizi web in quanto oltre la metà della popolazione mondiale vive in centri urbani vicini al mare e ciò "permetterebbe a questi utenti di lavorare con data center autonomi, che avrebbero spese notevolmente minori di mantenimento, dando così la possibilità di aumentare la portata totale dello spazio utilizzabile per i servizi web", ha detto Ben Cutler, computer designer dell'azienda di Redmond. "E un aumento considerevole potrebbe esserci con il rapido aumento del cosiddetto Internet delle Cose".

 

"Quando si tira fuori uno smartphone si pensa che si sta utilizzando un piccolo computer miracoloso, che funziona da solo, non rendendosi conto che in realtà si sta utilizzando più di 100 computer che gestiscono un cloud", ha dichiarato Peter Lee, vice presidente di Microsoft Research. "E poi si moltiplica per miliardi di persone, e questo è solo una quantità enorme di lavoro di calcolo". E' per questo motivo che da Microsoft stanno cercando di anticipare i tempi, "per creare una nuova rete di data center, che andranno a integrarsi con quelli già esistenti e che possano non solo consumare il meno possibile, ma anche produrre almeno una parte di quanto consumano", ha sottolineato Lee.

 

[**Video_box_2**]Natick dovrebbe essere attivo entro due anni, ma intanto Microsoft sta cercando di andare ancora più in là. I tecnici infatti sono al lavoro per la creazione di cellule sottomarine progettate per trasmettere senza dover utilizzare cavi in fibra ottica: un wireless subacqueo che potrebbe essere una delle grandi rivoluzioni tecnologiche del prossimo decennio.

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