La Francia ha il suo Netflix di stato

Giovanni Battistuzzi
L'azienda americana di streaming on demand arriverà il 22 ottobre anche in Italia. Intanto in Francia, l'Institut national de l'audiovisuel ha deciso di lanciare oggi il suo servizio di video on-demand a pagamento. Risposta transalpina (e tradizionalista, ma graficamente curata) all'ingresso straniero nel mercato degli audiovisivi.

Anche l'Italia avrà Netflix. Serie tv e film in streming direttamente su computer, tablet e smart tv, questa l'offerta che l'azienda statunitense (ma con sede in Olanda) offrirà ai suoi utenti dal 22 ottobre prossimo. Saremo il dodicesimo paese europeo a essere raggiunto dal servizio di streaming online on demand che conta già 63 milioni di utenti al mondo e che potrebbero arrivare a 130 milioni nel 2020, almeno secondo una recente indagine di mercato della Ampere Analysis. E oltreoceano sperano che da noi si ripeta il successo di pubblico già registrato in America, Regno Unito e paesi scandinavi. Le basi dovrebbero essere solide: alto gradimento per le serie estere, un'offerta on demand limitata e mediamente di costo medio alto, un numero di telespettatori in ribasso. Insomma le premesse (eccezion fatta per l'estensione della banda larga) dovrebbero essere migliori rispetto ad altri paesi europei, soprattutto rispetto a quanto accaduto in Francia, dove il servizio non ha mai sfondato e gli abbonamenti – nonostante i dati non siano mai stati resi pubblici – sono stati al di sotto delle attese.

 

La Francia però, si sa, è un mondo a se, affezionato alle proprie peculiarità e ai propri riti, come ha attestato anche la Médiamat, l'auditel francese, che nell'ultimo report sul comportamento dei telespettatori transalpini ha evidenziato come questi prediligano la visione di serie tv e film made in France (il 62 per cento del traffico televisivo del 2014 è stato veicolato verso programmi realizzati in casa, il dato più alto di tutti i paesi europei). Potere del tricolor, forse, conseguenza soprattutto di una produzione di buona qualità e di abitudini consolidate e legate a un immaginario nazionale particolare.

 

E' anche per questo che l'Institut national de l'audiovisuel, ossia l'ente pubblico commerciale francese incaricato di archiviare tutte le trasmissioni radiofoniche e televisive in Francia, ha deciso di lanciare oggi il suo servizio di video on-demand a pagamento. Un prodotto dalla grafica curata e immediata, con un archivio ampissimo, ottimizzato nella ricerca e soprattutto quasi esclusivamente francese. Per 2,99 euro si potrà avere tutto l'archivio audiovisivo transalpino, dalle serie tv ai film, dalle trasmissioni attuali a quelle d'epoca su tutti i dispositivi in contemporanea e senza limiti d'utilizzo. Una risposta casalinga a Netflix, pensata proprio per contrastare l'azienda statunitense. Si spiegano così le resistenze della televisione pubblica di concedere le proprie serie e film nonostante Netflix avesse avanzato "offerte interessanti", almeno a quanto fecero sapere in una nota i dirigenti di France Télévisions circa un anno fa.

 

[**Video_box_2**]"Il mercato televisivo sta cambiando e noi dobbiamo assecondare il cambiamento di fruizione", ha detto intervistata da Canal Plus il responsabile multimediale dell'INA Stéphane Ramezi. E il nuovo servizio punta proprio a questo, offrire un servizio ampio, calibrato per un pubblico legato alla tradizione televisiva transalpina, ma più evoluto per abitudini di fruizione. L'accordo con France Télévisions garantirà poi la possibilità di visionare on demand anche l'offerta sportiva delle reti pubbliche, ma l'INA starebbe già trattando con la federazione calcistica francese e Canal Plus per la trasmissione di alcune partite delle massime competizioni calcistiche nazionali ed europee. Perché se cinema e serie tv hanno un suo pubblico nutrito, "il mercato televisivo europeo non può prescindere dallo sport", ha ammesso qualche anno fa il direttore generale di TF1, Nonce Paolini.

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