Foto LaPresse

Perché Instagram adesso surclassa Twitter

Antonio Grizzuti

Il social network di foto acquistato da Facebook nel 2012, supera quota 400 milioni di utenti in particolare grazie alla crescita registrata in Europa e in Asia. Ora la distanza con la piattaforma di microblogging si amplia.

Instagram, il popolare social network di foto acquistato da Facebook nel 2012, supera quota 400 milioni di utenti in particolare grazie alla crescita registrata in Europa e in Asia. La distanza con Twitter e i suoi 316 milioni di utenti si amplia.

 

Cosa succede al  servizio gratuito di social networking e microblogging creato nel marzo 2006? C’è stato un momento, piuttosto breve a dire la verità, nel quale la piattaforma di microblogging ideata da Jack Dorsey macinava utenti con un ritmo di crescita addirittura superiore a Facebook: nel biennio 2010/2011 i nuovi iscritti sono quasi quadruplicati, passando da 30 a 117 milioni. Ora però la difficoltà ad acquisire nuovi utenti è ormai palese tant’è che anche il chief financial officer Antonio Noto ha ammesso che Twitter arranca perché “è troppo difficile da usare”. Sia chiaro, i power users – chi già utilizza la piattaforma – rimangono entusiasti, mentre chi non è iscritto si chiede il perché dovrebbe farlo, senza riuscire evidentemente a trovare una buona ragione. Per questa ragione Dorsey è corso ai ripari annunciando che sono allo studio nuove funzionalità, ma che ci vorrà diverso tempo prima di vederle online. Rimane da verificare quanta pazienza è rimasta agli investitori.

 

Ma la difficoltà di utilizzo non è il solo deterrente. Vijaya Gadde, responsabile degli affari legali di Twitter, in un recente articolo di suo pugno pubblicato sul Washington Post ha affermato che è “la libera discussione è inutile se la gente ha paura di partecipare”, facendo pubblica ammenda per la scarsa sicurezza della piattaforma. Da rivedere completamente, afferma la Gadde, le policies sulle offese alle minoranze e sulla pubblicazioni di immagini intime senza il consenso degli interessati. Secondo una ricerca commissionata da Kick it Out, l’associazione che combatte il razzismo nel calcio, l’88 per cento dei troll – cioè quei soggetti che intervengono nelle conversazioni con messaggi aggressivi, provocatori o senza senso – preferisce Twitter, complice anche la possibilità di iscriversi utilizzando uno pseudonimo. Motivi per cui l’azienda sta moltiplicando gli sforzi a livello informatico per garantire una serena navigazione a chi vuole twittare in santa pace.

 

[**Video_box_2**]La portata rivoluzionaria di Twitter non è messa in discussione, rimane da capire quale sia il reale interesse di un utente che oggi si iscrive e partecipa ad un social network. Il successo di Instagram sembra suggerire che gli utenti preferiscono attribuire alla condivisione un ruolo positivo e spensierato, una sorta di archivio di bei ricordi, quasi un’esperienza estetica 2.0. L’uso di Instagram è di una semplicità disarmante: è sufficiente scattare una foto, eventualmente associare degli hashtag e taggare altri utenti e il gioco è fatto. Sarà per questo che oggi Instagram insidia Twitter nella classifica dei social, avendo ormai raggiunto i 300 milioni di utenti. Probabilmente il team di Dorsey si starà mangiando le mani, dato che nel marzo del 2012 l’acquisizione di Instagram da parte di Twitter per 525 milioni di dollari pareva cosa fatta. Peccato che Zuckerberg, alzando la posta a 735 milioni, gli abbia soffiato l’affare qualche settimana dopo, forte di una dote in termini di esperienza e solidità finanziaria inarrivabile per i concorrenti.

 

Un errore che oggi potrebbe costare molto caro a Twitter e che rischia di mettere in dubbio il suo luminoso avvenire.

Di più su questi argomenti: