Dick Costolo, ceo dimissionario di Twitter, e a destra Jack Dorsey, ceo ad interim

Nella corsa al nuovo ceo di Twitter, il fondatore Jack Dorsey ha un problema

Eugenio Cau
Il board della compagnia dice che il nuovo ceo dovrà impegnarsi "full-time", e Dorsey già dirige un'altra compagnia. I candidati per la successione.

Il prossimo ceo di Twitter dovrà essere la persona che traghetterà la compagnia nella più grande transizione della sua storia e che dovrà trovare un modo creativo e fuori dagli schemi per uscire dalla stagnazione dei guadagni e nuovi utenti che ha afflitto Twitter sotto la guida di Dick Costolo, che si è dimesso la scorsa settimana. Ma questa persona, al contrario delle attese di molti, difficilmente sarà il cofondatore Jack Dorsey, che sarà ceo ad interim a partire dal primo di luglio. Lunedì il board di Twitter ha fatto sapere in un comunicato che considererà soltanto candidati che “hanno la possibilità di dedicarsi full-time a Twitter”. Questo significa che Dorsey non è il candidato adatto, perché è già ceo di un’altra compagnia miliardaria, Square, che si occupa di pagamenti online. Nel suo periodo di ceo ad interim, il cofondatore si dividerà tra Twitter e Square, ma alla fine dovrà fare una scelta, e difficilmente abbandonerà il suo ultimo progetto.

 

Molti analisti avevano pensato che Dorsey fosse il candidato giusto per la transizione di Twitter. All’annuncio del suo ritorno come ceo i giornali americani hanno parlato di uno “Steve Jobs moment”, ricordando come Jobs, dopo il suo ritorno ad Apple, avesse trasformato un’azienda in declino nel colosso tecnologico che è oggi (alcuni, più maligni, hanno parlato di un “Jerry Yang moment”, ricordando come il ritorno del fondatore di Yahoo nella compagnia, nel 2008, sia stato segnato da molte decisioni fatali). Dorsey, inoltre, è tra i fondatori quello che pensa il futuro di Twitter nel modo più vicino a come lo immaginano gli analisti: più social network per le relazioni interpersonali, con la condivisione di foto e video, e meno strumento di testimonianza del presente. Come cofondatore, inoltre, Dorsey avrebbe avuto l’autorizzazione a fare cambiamenti più radicali. In molti però avevano posto il problema del suo doppio lavoro: fare il ceo è spossante, lo è ancora di più essere ceo di una compagnia da risollevare, ma esserlo di due compagnie insieme è quasi impossibile.

 

[**Video_box_2**]Lunedì inoltre il board ha dato incarico alla Spencer Stuart, compagnia specializzata nel reclutamento di dirigenti aziendali, di fornire consulenze per l’individuazione del nuovo ceo. Questo significa che difficilmente il successore di Costolo e Dorsey sarà interno alla società. E’ un cambiamento unico nella storia di Twitter, che fino a oggi è stato guidato, oltre che dal cofondatore Dorsey e da Costolo (quest'ultimo prima di assumere la posizione di ceo era direttore operativo della compagnia), anche da Ev Williams, un altro dei fondatori. Tra i dirigenti interni, è Adam Bain, capo del settore Revenue and Partnerships, il più quotato per prendere stabilmente il posto di Costolo.

 

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  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.