Resoconto di una passeggiata incredula e ottimista nei giorni di Natale La maggioranza assoluta dei miei concittadini, ma direi anche degli europei e degli americani, è sicura di alcuni fatti. Che tipo di uomo sei se pensi che siano tutte balle, ipocondrie, manifestazioni ideologiche di uno spirito del tempo deculturalizzato, manipolato, ingenuo? Giuliano Ferrara 27 DIC 2015
Il battaglione di cristiane pronto alla guerra contro il Califfo in Siria Sono poche – una cinquantina in tutto – ma determinate a combattere contro gli spietati miliziani dello Stato islamico. Ormia, Babylonia e Lucia sono alcune delle giovani volontarie cristiano-siriache che hanno abbandonato casa, lavoro, famiglia e studi per andare in guerra sotto le bandiere delle “Forze femminili di protezione della terra tra i due fiumi”. Matteo Matzuzzi 15 DIC 2015
Contro lo Stato Islamico? Non armiamoci e partiamo. L'ultima di Erri De Luca "Oggi abbiamo bisogno della mobilitazione delle forze disarmate", scrive l'intellettuale italiano sul Monde. E' solo l'ultimo di una lunga serie di "fantasisti" del nostro paese nella lotta all'Isis. Redazione 11 DIC 2015
Dopo l’esercito, adesso il Giappone riforma le sue spie. L’effetto Parigi Il capo di gabinetto del governo, Yoshihide Suga, ha inaugurato la nuova unità di controterrorismo. Si chiama Counterterrorism Unit-Japan e avrebbe dovuto essere istituita la prossima primavera, ma gli attentati in Francia ne hanno accelerato l'iter. Giulia Pompili 10 DIC 2015
Chiamare le cose con il loro nome Non facciamo finta di aver studiato, non chiamiamolo Daesh. Voto zero ai cattivi sociologi che vogliono convincerci che i musulmani che vivono in occidente diventano terroristi perché poveri. Non mi piaccioni i Cinque stelle, ma a Livorno sto con loro. Voto 9 al malconcio Iglesias, e 10 e lode a Scalfari, uomo solo al ventaglio. Il pagellone di Lanfranco Pace alla settimana. Lanfranco Pace 05 DIC 2015
A Tokyo una bomba non fa notizia, i panni sporchi si lavano in casa Parlare di terrorismo non è mai facile, soprattutto se nelle ultime due settimane hai sponsorizzato il tuo paese come il più sicuro e fundamentalists-free di tutto il continente. E’ per questo che ieri mattina alle 10, a Tokyo, quando si è sentita un’esplosione provenire da un bagno dell’ingresso sud del santuario Yasukuni, nessuno ha parlato di un attentato. La notizia è stata rubricata dai media giapponesi a semplice cronaca. I titoli dei telegiornali sottolineavano il fatto che nessuno si fosse fatto male. Nel frattempo, però, sul luogo dell’esplosione la polizia mandava gli artificieri e un centinaio di Forze dell’ordine in più a presidiare la zona. Giulia Pompili 24 NOV 2015
Confini etnici in Siria, un brutto rischio Si discute di dividere la Siria in quattro stati. Scelta non proprio indolore, né senza conseguenze e incognite. Una delle quali è che una tale risistemazione segnerebbe la fine della presenza dei cristiani e di altre minoranze in quella parte di mondo. Giusto la tragedia che si vorrebbe evitare. Redazione 24 NOV 2015
“Ma le bombe no, eh!”. Perché i cristiani sottovalutano la pratica genocida contro le comunità cristiane Argomentare una pratica genocida nei confronti delle comunità cristiane nel vicino oriente attraversato dalla guerra per bande, è superfluo, salvo per chi non voglia vedere. Però sono molti a non voler vedere, cristiani benestanti compresi. In quelli che vedono e soffrono, pesa la lunga abitudine a un’idea di pace che si rassegna alla persecuzione. Adriano Sofri 23 NOV 2015
E’ stato il silenzio dell’occidente a condannare a morte i cristiani d’oriente La sezione inglese dell’organizzazione non governativa Aiuto alla Chiesa che soffre ha appena consegnato un rapporto alla Camera dei Lord di Londra: “L’Isis può spazzare via il cristianesimo dall’Iraq in cinque anni”. Eppure, non c’è scandalo in Europa e oltre Oceano. Tim Stanley sul Telegraph lo ha definito “un crimine contro l’umanità di cui nessuno stranamente parla”. Giulio Meotti 23 NOV 2015
“Prego che Dio perdoni chi ci ha fatto del male”. La fede di Myriam, bimba irachena in fuga dall’Isis “Cosa senti nei confronti di quelli che ti hanno obbligata a lasciare le tua casa?”. “Non voglio far loro niente, chiedo solo a Dio di perdonarli”. “E anche tu puoi perdonarli?”. “Sì”. “Ma è difficile perdonare chi ci ha fatto soffrire”. La storia di Myriam, bimba irachena di Qaraqosh, costretta a lasciare la propria casa per salvarsi dai miliziani dello Stato islamico. Piero Vietti 23 NOV 2015