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La app che segnala a chi ha un'intolleranza alimentare quali piatti può mangiare al ristorante

Stefania Nicolich

“L’ottanta per cento del mercato della ristorazione non offre una chiara e validata lista degli allergeni” spiega Andrea Casadio, fondatore di AllerGenIO

Qualche volta diventa un problema anche andare a mangiare fuori casa, almeno per i dieci milioni di italiani che soffrono di un’intolleranza alimentare e per il milione allergico a qualche alimento.

  

“Solo venti persone su cento scelgono un locale pubblico per consumare il proprio pasto giornaliero, perché l’ottanta per cento del mercato della ristorazione non offre una chiara e validata lista degli allergeni” spiega Andrea Casadio, fondatore di AllerGenIO.

  

Dietro a questa start up, però, non c’è solo la tutela di oltre quindici milioni di italiani che mangiano fuori casa, ma anche delle quattrocentomila partite Iva che rientrano nelle attività di Food & Beverage nel settore Ho.re.ca (Hotellerie-Restaurant-Café o Catering) che comprendono non solo ristoranti e bar ma anche mense, scuole, ospedali e la gastronomia della grande distribuzione organizzata. Il regolamento comunitario n. 1169/2011, entrato in vigore il 13 dicembre 2014, obbliga il settore a indicare gli ingredienti di ogni piatto e gli eventuali allergeni presenti, secondo la tabella dei quattordici allergeni, riportandoli in maniera trasparente sul listino prezzi, sul menù oppure nell’apposito Registro allergeni. L’obiettivo è di informare correttamente i clienti del locale. Il regolamento risulta spesso di difficile comprensione per i ristoratori e alla fine i registri degli allergeni risultano non aggiornati e incompleti.

   

AllerGenIO facilita questo processo in pochi click, grazie al primo motore di ricerca al mondo in grado di identificare gli allergeni in un database di oltre diciottomila ingredienti, validati scientificamente dal laboratorio di Scienze della salute umana dell’università di Firenze.

   

AllerGenIO offre una web application (SaaS-Software as service) intuitiva e di facile utilizzo con una licenza (597 euro) che consente alle attività di somministrazione la redazione di un Registro degli allergeni oppure la creazione di un menù con un corretto inserimento degli ingredienti e la sottolineatura degli allergeni contenuti nei piatti. Inoltre, l’applicazione calcola il valore nutrizionale del piatto. Il tutto a norma di legge.

       

L’idea della start up, racconta Casadio, è il frutto di due esperienze vissute direttamente, che poi sono riconducibili ai mercati di riferimento. Da un lato, il consumatore: sua figlia è allergica al cioccolato e alle fragole. Dall’altro, quello delle partite Iva: sua moglie ha un ristorante e una pasticceria a Firenze.

     

Nel 2015, Casadio ha iniziato la sua avventura partendo dalla ricerca e dallo sviluppo per vedere se era in grado di colmare la mancanza di assistenza e nel 2016 ha costituito e validato il database, fondando AllerGenIO con sua moglie Alessandra Vannini, autofinanziandola per novanta mila euro. Nel 2017 hanno realizzato e testato sul mercato il software. A settembre del 2018, verrà lanciata l’app per i sistemi iOs e Android, che permetterà al consumatore di visualizzare i piatti dei ristoranti che si possono mangiare. Si potrò, inoltre, filtrare la ricerca dei piatti in base a tipologia, preferenza o categoria.

    

Entro il 2019, Casadio ha l’obiettivo di vendere 2.500 licenze ed entro il 2020 quattromila per un risultato di esercizio pari a un milione di euro. Inoltre, punta a scalare il proprio business verso i principali paesi europei e confermarsi leader del mercato in Italia.

     

Al momento è in procinto di concludere un accordo con un business angel che coprirà il 50 per cento del fabbisogno dei prossimi diciotto mesi. Sono, inoltre, in corso di definizione strategie commerciali con Confesercenti, Confcommercio e Confartigianato.

   

La start up ha vinto anche il riconoscimento quale “Miglior Innovazione 2016” all’InnovaZone promosso da I GIGLI e ieri ha partecipato alla competizione StartupAward, il contest per start up e idee di business promosso da Wind Tre, tenutosi a Luiss Enlabs.

    

Le altre start up partecipanti sono state Hear Me Well, che trasforma lo smartphone in un apparecchio acustico, Priyatech che permette di osservare quello che accade a casa e ricevere notifiche in base alle necessità, Tourcitify, un’app per ascoltare audio-guide realizzate da guide turistiche professioniste, Tora che permette di gestire i comandi di guida dell’auto per persone con disabilità agli arti superiori e, infine, YourDesk, un portale dove mettere a disposizione spazi di lavoro.

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