Cybersicurezza e reputazione online, ecco dove possono investire le nuove imprese

Stefania Nicolich

    "Never offline, never secure” lo slogan di Sebastian Stranieri, Ceo di VU Security, società leader del settore in America Latina che implementa soluzioni per prevenire le frodi, basandosi su un’analisi transazionale dei profili degli utenti. Implementano anche tecniche di machine learning su piattaforme di autenticazione a più fattori. VU Security è stata la prima società che ha offerto un sistema di sicurezza con una soluzione a due passaggi per il mobile in America Latina.

     

    David Birch, direttore della Consult Hypeion, società di consulenza nel campo dell’informazione specializzata in transazioni elettroniche, afferma nel suo libro: “L’identità è il nuovo denaro”. Siamo costantemente connessi e siamo sempre più disposti a condividere i nostri dati sensibili. L’identità è la nuova moneta di scambio di uso corrente in rete. Diamo volentieri la nostra email per uno sconto su un prodotto, condividiamo la nostra localizzazione per usare Google Maps e decine di altre applicazioni.

     

    La nuova economia e la nuova società richiedono un nuovo modo di pensare all’identità e al denaro. Scrive Birch: “Il cambiamento tecnologico ci consentirà di costruire un’infrastruttura dell’identità in grado di accrescere sia la privacy sia la sicurezza, senza essere più costretti a scegliere l’una o l’altra. E questa infrastruttura renderà superflua la circolazione di un mezzo di pagamento come il contante”. Quindi, tra non molto per eseguire qualsiasi transazione ci basteranno le nostre identità, il denaro comunque sarà sempre virtuale.

     

    In realtà però, non siamo mai chiamati a dimostrare chi siamo: di solito quello che ci si chiede è comprovare che siamo abilitati a fare quella determinata cosa.

     

    Al pub non dovrebbe interessare chi sono, ma se ho compiuto diciott’anni per servirmi da bere. E qui parte una teoria interessante di Birch, che prevede di condividere solo i dati necessari che possano abilitare le persone a fare quell’azione. Tramite lo smartphone dovremmo essere in grado di provare al gestore di avere l’età per bere, o alla pattuglia di polizia che siamo autorizzati alla guida, e così via. Per fare questo bisogna spostare l’attenzione dall’identità personale agli pseudonimi, offrendo quindi la possibilità di effettuare transazioni economiche e sociali senza dover rivelare tutti i propri dati personali.
    L’identità di un individuo in rete sarà il risultato di tre o quattro identità a cui si potrebbero collegare uno o più attributi forniti da una pluralità di provider di cui ci fidiamo. Birch individua le banche come istituto di riferimento per accertare le identità, poiché già possiedono un grande database.

     

    Le banche cambieranno davvero il modello di business in quello di accertare le identità personali?

     

    Parlando di futuro, il ceo di VU Security, Sebastian Stranieri, dice al Foglio: “Privacy e riservatezza non esistono più per via dei social network. Non c’è un limite a quello che le persone condividono, quindi le imprese dovrebbero offrire account liberi da frode, se gli utenti condividono la localizzazione con loro”.

     

    La cybersecurity è un mercato in grande espansione. Steve Morgan, il fondatore di Cybersecurity Ventures, sostiene che la spesa mondiale in prodotti di cybersecurity supererà il bilione per i prossimi cinque anni dal 2017 al 2021.

     

    Nella seconda metà del 2016 Morgan sostiene che le imprese incominceranno ad aumentare la loro spesa IT, per aggiornarsi con gli ultimi sistemi di sicurezza.

     

    Le iniziative in questo mercato stanno iniziando a prendere piede, come la decisione di scegliere ottobre come il mese europeo dedicato alla sicurezza informatica.

     

    L’ecosistema delle start up presenti in questo mercato non è molto esteso, si specializzano in campi dettagliati, non fanno fronte al totale problema e sono maggiormente localizzato in California.

     

    C’è chi addotta un approccio di difesa attiva, come Cymmetria, che svolge indagini automatiche, rintraccia tutte le azioni che ha svolto chi attacca, le credenziali vulnerabili che ha usato e così via. Conclude Stranieri: “La cybersecurity oggi è al centro dell’attenzione, ma non ci sono ancora molte imprese attive in questo campo. La difficoltà risiede nella conoscenze tecniche e nella passione per questo tema. Fino ad adesso, nessuno si preoccupava di sicurezza, ma al giorno d’oggi è questione di reputazione ed è diventata una priorità per ogni società”. Start up, stand up!