Il business delle biciclette in Trentino fa 400 milioni l'anno. Idee innovative per pedalare

Maurizio Stefanini

    Cent’anni fa, Rovereto era nella prima linea di combattimento tra italiani e austro-ungarici: una vicenda ancora ricordata dal Museo storico italiano della guerra e anche dalla famosa Campana dei Caduti realizzata col bronzo dei cannoni di 19 nazioni partecipanti alla Prima guerra mondiale, e la cui Fondazione nel 2013 fu candidata al Nobel per la Pace. Nel 2016, la città trentina è diventata una capitale della bikeconomics: ovvero, l’economia dell’innovazione applicata al mondo della bicicletta. E’ un business che in Germania genera un giro d’affari da 9 miliardi di euro, ma che già in Trentino arriva ai 400 milioni, includendo l’indotto turistico. Da una parte c’è infatti un ambiente favorevole testimoniato dalla pista ciclabile sull’Adige che attraversa il Trentino da nord a sud, dalla media di un negozio per ciclisti ogni cinquemila abitanti e dai due bicigrill per ristorarsi e gonfiare le gomme che sono accessibili solo pedalando. Dall’altra, ci sono i due Business innovation center di Trentino sviluppo – Progetto manifattura e Polo meccatronica. Il primo è l’hub italiano che dà a Rovereto anche la fama di “capitale della green economy”; l’altro è un centro specializzato nel settore meccanico/elettronico. E in tutto sono ben sei le start-up di Rovereto che lavorano nella bikenomics.

     

    A Rovereto, ad esempio, è nato Free Duck2: un disco meccatronico realizzato da Ducati Energia, che applicato a una normale ruota da 26 o da 28 pollici trasforma qualsiasi bicicletta in un veicolo a pedalata assistita, grazie a una batteria agli ioni di litio che fornisce un’autonomia massima dichiarata di 60 chilometri, si ricarica in tre ore e arriva fino a 25 chilometri all’ora. Ma ci sono cinque differenti livelli di assistenza, regolabili attraverso l’app dello smartphone di turno. Un marchingegno particolarmente utile per cui vuole pedalare in zone di montagna senza avere un fisico alla Fausto Coppi. Kissmybike è stato invece realizzato da tre ricercatori dell’Università di Trento che avevano constatato come neanche i classici lucchetti riescono più a salvaguardare le biciclette parcheggiate dai ladri. Russo Ivan Minakov, bielorussi Uladzimir Kharkevich e Nadya Bobova, hanno inventato un sistema satellitare che segnala il furto e localizza il veicolo: invisibile e ultracompatto, funziona con una batteria che si ricarica una volta all’anno, e dura per una settimana nella modalità di tracciamento continuo dopo un furto. Certo, individuare chi è il ladro può non bastare per recuperare il maltolto, ma il servizio offre anche assistenza legale: numeri di emergenza, indirizzo dei commissariati più vicini e informazioni tecniche necessarie per l’identificazione del veicolo nei verbali della polizia.

     

    BiCiPoP è stato realizzato da Francesco Carollo grazie a piattaforma italiana di crowdfunding, ed è un progetto green di mobilità sostenibile basato su bici-risciò hi-tech a pedalata assistita di ultima generazione. Col veicolo ci sono app dedicate con sistemi di geolocalizzazione che ti fanno da guida turistica, e anche da guida gastronomica. Lock&Charge, creata da Andrej Sobotkiewicz dentro il Polo Meccatronica, è una piattaforma per il bike sharing grazie alla quale oltre alle biciclette si possono condividere anche veicoli elettrici. Nel pacchetto ci sono un software smart e un dispositivo di sicurezza e blocco, che oltre a uso e condivisione semplifica anche la ricarica. Da ricordare che oltre all’acceleratore di start-up hardware di Rovereto Industrio Ventures e alle trentine 3tec e HSL, nel progetto Lock&Charge c’è anche la slovena TBP, che ha sviluppato l’esclusivo cavo speciale per la ricarica e il blocco del veicolo.

     

    Da Industrio è nata pure Sentier: un trolley con funzione di carrello che semplifica il cicloturismo permettendo di trasportare i propri bagagli in maniera nuova, e affrontare anche lunghi viaggi.  E a Progetto Manifattura fa capo la start-up PietraNet, che produce soluzioni per piste ciclabili riusando gli scarti della lavorazione in pietra contenuti in griglie antiscivolo. “Un sistema efficace per risparmiare, usare materiale di scarto e offrire un fondo adatto sia per cross-country bike, sia per chi vuole un fondo sterrato, anche in pendenza, downhill e northshore”, lo definisce l’amministratore unico Gianni Tomasi. In conclusione, come dicono a Rovereto, “se avete un’idea innovativa sul mondo della bici presentatela a Trentino Sviluppo”.