Innovazione e ricerca sono le parole chiave del nuovo modello economico di San Marino

Maurizio Stefanini

L’economia di San Marino resta in transizione dopo l’implosione del suo modello bancario offshore in seguito alla crisi finanziaria”, ha appena attestato il Fondo monetario internazionale. Dopo il miracolo economico che tra il 1987 e il 2000 s’era basato su industria manifatturiera, turismo, commercio e servizi, infatti, arrivata a un pieno impiego che avrebbe impedito di crescere ulteriormente, la Serenissima Repubblica si era buttata a capofitto nella finanza, settore i cui mille dipendenti rappresentavano, nel 2009, il 6,5 per cento della forza lavoro privata e il 20 per cento del pil. Come in Irlanda e in Islanda, però, anche a San Marino quando la bolla è esplosa il contraccolpo è stato dirompente, con una caduta del prodotto interno lordo pari – sempre nel 2009 – al 12 per cento. Dopo sei anni di recessione, per il 2016 il Fmi prevede “una crescita modesta” dell’1,1 per cento.

 

Per voltare pagina è stato promosso e avviato il progetto del Parco scientifico e tecnologico San Marino-Italia, che nel maggio del 2014 ha visto come prima fase di avvio la creazione del suo incubatore d’impresa. “Un progetto che affonda le sue radici nella necessità della Repubblica di San Marino di sviluppare un nuovo modello economico”, ha spiegato la direttrice del Dipartimento economia, Nadia Lombardi: “La scelta è stata quindi quella di puntare su due parole chiave, innovazione e ricerca come leve dello sviluppo. L’obiettivo è di stimolare la nascita e la crescita di nuova impresa ad alto contenuto tecnologico e favorire i rapporti di collaborazione tra piccole e medie imprese hi-tech e tra queste e gli organismi di ricerca”. Ovviamente, ci sono di mezzo anche varie intese con l’Italia, a partire dall’Accordo tra il governo della Repubblica di San Marino e Roma in materia di cooperazione economica, firmato il 31 marzo 2009. La  normativa sanmarinese per imprese start up prevede la completa defiscalizzazione degli utili per 5 anni, la possibilità di assumere personale qualificato anche non locale con contratto a tempo determinato fino a 36 mesi, con permesso di soggiorno e relativo ricongiungimento familiare, nonché la possibilità di versare il capitale sociale dopo tre anni dalla costituzione della società. Inoltre, è prevista l’esenzione dalla tassa di licenza.

 

Dal 1° al 5 giugno, il Parco avrà l’occasione di presentarsi sulla scena internazionale, partecipando a una missione di start up italiane e sanmarinesi a Huzhou, in Cina. Di cosa si occupano le start up del Parco di San Marino? La Vic System, ad esempio, crea tecnologie subacquee. TauMob si occupa di pubblicità online a performance, Espertia fa applicazioni per la telemetria e il telecontrollo di tipo cloud, Nidyon lavora nell’antisismica, Oricom Tech fa sistemi di protezione dati e sistemi di archiviazione, Socialtips fa marketing sui social, Ma-Ve International produce apparecchiature meccaniche ed elettroniche, Rosetta lavora nella genomica. Too Bee fa prodotti robotizzati, Wabisabi fa software per social, Enrico Cuini Signed realizza tecnologia per l’industria delle calzature, FunnyGain è una piattaforma pubblicitaria geolocalizzata che permette di vincere premi reali giocando ai video games. SyncRep è specializzata nella sincronizzazione tra software gestionali in Windows e piattaforme ecommerce in Linux. New Evo offre servizi e applicazioni evolute per l’acquisizione di dati digitali di rilevanza economica. Comparyson si definisce come il primo social network comparativo al mondo che consente di creare confronti, sondaggi e comparazioni di qualsiasi genere e su qualsiasi argomento.