(foto LaPresse)

il personaggio

Mignani, “allenatore nel pallone” che ha portato il Bari alla finale play off per la A

Gabriele De Campis

Il tecnico dei pugliesi commenta con una citazione dal film-cult con Lino Banfi il successo contro il Sudtirol nel ritorno della semifinale play off di serie B

Per un tiro-gol sono passato in pochi minuti da essere un coglione a diventare un eroe”: rompe così la tensione l’allenatore del Bari Michele Mignani nel dopopartita della gara dei pugliesi contro il Sudtirol al San Nicola, una sfida vinta giocando un tempo in dieci contro undici (per l’espulsione al 47’ del terzino Ricci), grazie ad un gol del talento scuola Samp Leonardo Benedetti. La nemesi è cinematografica e non poteva essere diversamente dal momento che la proprietà del Bari è della Filmauro di Aurelio De Laurentiis, con il figlio Luigi titolare della presidenza.

La citazione viene da un cult anni ottanta, “L’allenatore nel pallone” del regista Sergio Martino, in particolare dalla scena finale nella quale Oronzo Canà-Lino Banfi viene portato in tripudio sulle spalle dei tifosi e, come racconteràl’attore di canosa in una trasmissione amarcord, nella concitazione della scena aveva rimediato un colpo al basso ventre da cui era scaturita la battuta involontariam “mi avete preso per un c…”, con la replica in coro “sei un eroe, sei un eroe”. Oronzo Canà è una figura entrata nel lessico comune, nata come tributo a Oronzo Pugliese, “il mago di Turi”, allenatore dagli anni quaranta al 1978 (anche sulle panchine di Roma, Bologna, Bari e Fiorentina), celebre per battute folgoranti. Tra le tante si ricorda questa: “Undici gambe abbiamo noi, undici gambe hanno loro”, formula usata per smontare i timori dei suoi giocatori contro avversari blasonati…

Mignani era reduce dal flop nella gara d’andata a Bolzano, vinta per 1-0 dal Sudtirol e condita da una prestazione incolore dei pugliesi. Nelle giornate che avevano preceduto il ritorno nell’Astronave di Renzo Piano, la tifoseria biancorossa lo aveva duramente criticato sui social, ma l’allenatore non si è mai scomposto, puntando tutto sull’alchimia creato con il gruppo dei giocatori e con il ds Ciro Polito (venerdì sera per tutto il secondo tempo dietro la porta dell’estremo difensore bolzanino Poluzzi). Al gol di Benedetti che ha portato in vantaggio i galletti, il mite Mignani, sempre composto e mai sopra le righe, si è lasciato andare ad una esultanza plateale: “Ho gioito alla Antonio Conte? Non so come festeggia il tecnico salentino, ma è stata una scelta prudente per evitare di essere sommerso dall’euforia di giocatori e staff”. In finale per il salto di categoria troverà adesso o il Parma di Fabio Pecchia o il Cagliari di Ranieri: “Avrò di fronte in ogni caso un allenatore esperto, il primo ha portato in A il Verona, il secondo ha una carriera piena di successi compreso lo scudetto in Premier. Io sono sol un esordiente…”, chiosa Mignani e sorride al destino che lo vedrà la prossima settimana giocarsi la promozione nella massima serie dopo esser passato in un baleno dalla polvere delle invettive dei criticoni all’altare di chi ha portato i 51mila del San Nicola a continuare a sognare di tornare nell’Olimpo del calcio italiano.

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