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Il Foglio sportivo

Il Genoa per Perri

Giampiero Timossi

Se Roberto Perrone fosse stato allo stadio Luigi Ferraris il giorno della promozione in Serie A del Genoa, con il suo mezzo toscano spento, avrebbe raccontato quello che (molti) altri non sarebbero riusciti neppure a intravedere. Un ricordo

Ci sei mancato, anche questa volta, quando la partita non era ancora finita e la festa era già iniziata.  Se due venerdì fa, allo stadio di Marassi ci fosse stato Roberto Perrone avrebbe scritto lui il pezzo più bello sul suo Genoa. Avrebbe raccontato il Venerdì Santo del Grifo, la festa per il ritorno in Serie A, le luci, i chiaroscuri, le lacrime di felicità, i canti antichi e magari anche quelli moderni, “You’il never walk alone” e “Guasto d’amore”. Se Perri fosse stato allo stadio Luigi Ferraris, con il suo mezzo toscano spento, avrebbe raccontato quello che (molti) altri non sarebbero riusciti  neppure a intravedere. E certo se fosse dipeso da lui non ci avrebbe “mai lasciato soli”,  come dice  quel canto dei tifosi del Liverpool. 

Perri ci avrebbe  accompagnato  prima, durante e dopo Genoa-Bari, una partita che sulla carta non contava più niente, ma che dentro aveva un po’ di tutto. Roberto amava la sincerità, quella senza compromessi. E amava le storie di uomini sinceri. Anche qui, sul Foglio Sportivo, ne aveva scritte tante. Come quella di Osvaldo Bagnoli, che insieme al professor Franco Scoglio e a Gian Piero Gasperini resteranno gli allenatori genoani che ha amato di più. “Osvaldo Bagnoli  portava una giacca color crema riciclata dai tempi di Verona. C’era un leggero alone dove la signora Bagnoli aveva scucito lo stemma scaligero. Osvaldo aveva ironia. Mi chiamava “il giornalista smilzo”. Sembrava il titolo di un romanzo Einaudi”. Bella storia, continua: “Giocava un calcio sensazionale, diverso ma divertente come  quello di Vujadin Boskov. Il lunedì zio Vuja tornava a Novi Sad. ‘Parlo solo con te perché sei genoano e sono sicuro che scrivi preciso’. Bagnoli aveva trovato un 5-3-2 con Skuhravy & Aguilera come terminali offensivi. Uno alto e grosso, uno basso e veloce, tipo Elkjaer e Galderisi a Verona. Il calcio non si inventa, si ricicla. Come le giacche”.

Ecco cosa piaceva a Roberto, gente così, storie così, questo sport fatto di vite magari strambe, però vere. Allora ci proviamo: cosa sarebbe piaciuto a Perri dell’ultima festa genoana?  Cosa avrebbe raccontato? Gli sarebbe piaciuta la medaglia di Giovanni De Prà che torna sotto il prato del Ferraris, davanti alla gradinata Nord, come il bulbo di un tulipano spuntato da un quadro Vermeer. Quella medaglia  arrivava dai Giochi di Amsterdam, anno 1928 e (anche) di Olimpiadi Roberto Perrone sapeva tutto. La medaglia è una riproduzione, ma la storia è autentica. Bella storia, vero Perri?
 
 Come quella di Mimmo Criscito, che saluta il calcio salutando il Genoa, la squadra che gli ha dato e alla quale ha restituito di più. Storia scritta bene, come sanno fare quelli come te od Osvaldo Soriano: Criscito tocca l’ultimo pallone della sua vita e fa gol. Tutto torna, perché un rigore Criscito lo aveva tirato anche nell’ultimo derby giocato, però quello lo aveva sbagliato, certificando la discesa in B del vostro Grifone. Ecco, una storia così ti sarebbe piaciuta, perché racconta di discese e risalite. Ti piacevano pure gli anni difficili della tua Pro Recco, anni Ottanta, quando questa squadra di pallanuoto per te era quasi una questione privata, perché a far quadrare i conti ci pensava pure uno di famiglia.  Ora è da un po’ che la Pro Recco può comprare tutto e vince quasi tutto, poche ore dopo la festa del Genoa si è cucita sulla calottina lo scudetto numero 35. Gran viaggio Perri: due feste prima del ritorno. Ciao amico e grazie. Volevamo ricordarti anche dopo il Venerdì Santo del tuo Genoa,  ci abbiamo provato,  mettendo in fila qualche storia rossoblù, quelle che in direzione ostinata e contraria raccontavi a Giovanni, fino al giorno nel quale lui (stremato) ti confessò  “papà, ora anche io tifo Genoa”. Ah no, “non è vero ragazzi, ha scelto Giovanni, io non c’entro”. Balle Perri, detto con affetto. Tutto questo è merito tuo.

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