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Nba

Così l'ex dimenticato Austin Reaves sta salvando la stagione dei Lakers

Andrea Lamperti

Se i gialloviola sono ancora in corsa per i playoff, nonostante le quattro settimane di LeBron James, gran parte del merito è della guardia uscita da Oklahoma che nessuna franchigia aveva voluto prendere al Draft del 2021

Con la stagione regolare agli sgoccioli e una classifica a ovest incredibilmente compatta, Austin Reaves ha avuto un tempismo provvidenziale per mettere in mostra il miglior basket della sua giovane carriera. Proprio nel momento di massima urgenza per i Los Angeles Lakers, privi per quattro settimane di LeBron James e con un margine di errore minimo nella corsa ai playoff; e giusto prima di un’estate in cui la guardia 24enne potrà trasformare la sua ottima stagione, la seconda in Nba, in un ricco contratto.

 

Se le brillanti mosse della dirigenza a ridosso della trade deadline avevano dato una speranza all’annata dei gialloviola, Reaves è il giocatore che più di tutti, in assenza di LeBron, ha fatto un passo avanti per tenere accesa la fiamma. Suoi i 35 punti, con soli 14 tiri dal campo e ben 18 liberi, che due settimane fa hanno trascinato i Lakers contro i Magic: un career-high sottolineato dai cori “Mvp! Mvp!” della Crypto Arena. Due sere dopo, altri 25 punti e 11 assist, e altro successo fondamentale contro i Suns. “Ovviamente non sono un giocatore da Mvp”, ha commentato Reaves, “ma per me tutto questo significa tantissimo”.

 

Non potrebbe essere altrimenti, per un ragazzo che dopo aver concluso il percorso al college è entrato nella lega dalla porta sul retro, come undrafted. La sua avventura in Nba è iniziata sentendo chiamare sessanta nomi, ma non il suo, nel Draft 2021, nonostante l’interesse espresso da qualche general manager per una chiamata a metà/fine secondo giro. A dargli una chance poi sono stati i Lakers, che ne hanno fatto rapidamente un role player di lusso, soprattutto considerando il vantaggiosissimo contratto (2.5 milioni di dollari in due anni) di cui è intestatario.

   

In campo, è quanto di più simile al tipo di giocatore che oltreoceano amano definire - a partire da coach Darvin Ham - un coltellino svizzero, grazie alla sua capacità di adempiere egregiamente a un ampio ventaglio di responsabilità, in entrambe le metà campo e in contesti diversi. Il prodotto di Oklahoma è un solido e versatile difensore, e allo stesso tempo un attaccante dallo skillset particolarmente variegato: in breve, un ottimo pezzo per un puzzle costruito intorno a LeBron James ed Anthony Davis. Merce tanto richiesta nell’Nba moderna quanto rara da pescare tra gli scarti del Draft.

  

Non sono molti, infatti, gli undrafted che dopo un brevissimo apprendistato sono riusciti a ritagliarsi un ruolo del genere, soprattutto in una contender come i Lakers. Si ricordano alcune memorabili rivincite da parte di giocatori snobbati e poi diventati, ognuno con i suoi tempi, delle pedine fondamentali in squadre da titolo. Ben Wallace, Bruce Bowen e Udonis Haslem tra Anni ’90 e 2000, oppure più di recente Fred VanVleet a Toronto: un club a cui i Lakers sognano di iscrivere anche Austin Reaves.

  

Poi, arriverà l’estate e con essa il momento di occuparsi del suo prossimo contratto. L’obiettivo dei gialloviola, memori dell’errore commesso in passato con Alex Caruso, è trattenerlo in California con un quadriennale da 50 milioni circa, e con il diritto di pareggiare le offerte che riceverà da altre franchigie. In ogni caso, quello che Austin Reaves ha davanti è un orizzonte ancora molto lontano per buona parte dei sessanta prospetti chiamati al suo posto quel 29 luglio 2021.

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