Le Universiadi invernali di Lake Placide sono finite. Ora tocca a Torino

Stefano Vegliani

Nel 2025 i giochi universitari invernali tornano nel capoluogo piemontese, dove sono nati per volontà di Primo Nebiolo con le estive del 1959. E chissà che l'evento non sia una prova generale per il Pattinaggio di Velocità delle Olimpiadi di Milano-Cortina all'Oval

Lake Placide (Stati Uniti). L'Universiade, la piccola olimpiade degli studenti universitari, gioca ad imitare quella vera. Con i suoi riti, le premiazioni con le medaglie disegnate appositamente, le cerimonie. Così subito dopo la finale dell’hockey nello stesso impianto dove si giocò nel 1980, con la netta vittoria del Canada sugli Stati Uniti 7 a 2 la bandiera della Fisu (Federazione internazionale sport universitario) è passata nelle mani del sindaco di Torino Stefano Lorusso.

 

Nel 2025 i giochi universitari invernali infatti tornano ne capoluogo piemontese, dove sono nati per volontà di Primo Nebiolo con le estive del 1959 e dove, nella versione invernale, ritornano dopo il 2007. “Siamo stata l’unica Universiade che ha avuto i Giochi come test event” scherza Riccardo d’Elicio, vice presidente del comitato organizzatore e presidente del Cus Torino: una sorta di delfino di Nebiolo che è stato uno dei più importanti dirigenti sportivi del secolo scorso. Nel bene e nel male Nebiolo ha cambiato la faccia all’atletica leggera, l’ha resa più popolare e sicuramente più ricca.

 

In una cosa però le Universiadi sono profondamente diverse da quello che è diventato il grande circo a cinque cerchi. Lo ha spiegato bene in un post sui social Stefania Demetz, che nel 2025 sarà responsabile della gestione delle delegazioni. Demetz ha lavorato in grandi eventi dalle Olimpiadi del 2006, alla Coppa del Mondo di Sci, alle Atp Finals, questo il suo pensiero dopo una settimana a Lake Placid: “Lo sport: quello dei giovanissimi studenti universitari. Lontano dalle pressioni dello sport business qui davvero al centro ci sono loro. Un mix potente tra studio, agonismo e valori che uniscono il corpo e la mente”. Insomma qualcosa di ancestrale nello spirito olimpico in una manifestazione inventata da chi è stato un volano incontrollabile nella commercializzazione dello sport, ma è anche stato capace di preservare la sua creatura, e con lui chi lo ha sostituito.

 

La città Torino ha conosciuto il rinascimento grazie alle Olimpiadi 2006. È diventata città attrattiva anche dal punto di vista universitario. Oggi ci sono 14mila studenti da 120 paesi. “Grazie alle Universiadi contiamo al raddoppio” spiega a Il Foglio Laura Scamparin vice rettore dell’Università di Torino, “aiuta il fatto che abbiamo un occhio attento allo sport con il progetto Dual Carrier che viene incontro agli sportivi di alto livello. Oggi fanno parte di questo progetto Luigi Busà oro nel karate a Tokyo, Carlotta Gilli 5 medaglie paralimpiche nel nuoto e Elisabetta Mijno argento nell’arco, sempre paralimpico”.

   

Non solo, in contemporanea con le gare sportive del 2025 ci sarà una gara di cervelli: Brain Storm. Nel prossimo marzo verranno presentati 9 temi, inerenti al territorio tre scelti dall’Università di Torino, tre dal Politecnico, due dall’Università del Piemonte Orientale e una dall’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo. Dei lavori di ricerca per squadre di quattro studenti da tutto il mondo. Ci saranno per ogni tema un premio di 100mila euro e una collaborazione con un ‘azienda per sviluppare la ricerca.

 

     

A Lake Placid nel 1980 si disputarono le Olimpiadi invernali, Olimpiadi imbarazzanti per l’Italia che chiuse con zero medaglie. Alle Universiadi ne sono arrivate dieci, con tre ori: slalom femminile con Carlotta Marcora, Pattinaggio di Velocita 5.000 metri con Riccardo Lorello e Snowboard, slalom gigante parallelo con Elisa Fava, un buon bottino per una spedizione di 36 atleti su un totale di 1.443 per 46 nazioni. Medagliere azzurro record per le Universiadi disputate fuori dall’Italia. La nazione dominante il Giappone con 48, 21 d’oro. Le discipline del programma sono dodici, nove sempre uguali e tre a seconda dell’impiantistica della località. Torino aspira ad avere il Pattinaggio di Velocità nell’Oval dove vorrebbero anche le gare olimpiche del 2026 che senz’altro non si faranno nel sito previsto di Baselga di Piné in Trentino. “Abbiamo dato la disponibilità”, dice al Foglio l’assessore allo Sport e ai Grandi Eventi del Comune Mimmo Caretta. “Ora sono altri che devono decidere”. In quel caso le Universiadi potrebbero diventare il test event dei Giochi.

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