(foto EPA)

Il Foglio sportivo - That win the best

Il rugby azzurro al Sei Nazioni è come Messi: finito!

Jack O'Malley

Intanto in Europa le squadre italiane continuano a perdere “ma a testa alta” contro le inglesi

Finalmente ho letto una buona notizia sul Daily Mail: nel 2025 dovrebbe finire la ridicola farsa dell’Italia al Sei Nazioni di rugby. La storia della palla ovale nel vostro paese è la storia di una truffa pompata all’inverosimile dai media, moralisticamente innamorati dei “valori positivi” (vomito) che questo sport porta con sé. Quante pippe retoriche sulla sportività, sul terzo tempo, sugli uomini veri che prendono botte e non fanno scenate, sui giocatori che in campo se le danno di santa ragione e i tifosi avversari che si insultano ma poi dopo la partita tutti a bere una birra insieme, sulla selvaggia bellezza del balletto dei neozelandesi prima dei match. Gli Azzurri non vincono una partita del Sei Nazioni da prima che il rugby venisse inventato, hanno meno appeal di una bevanda analcolica, giusto che vengano sostituiti dal Sud Africa, come pare succederà. Almeno così la smetterete di fingere interesse per uno sport di cui non vi è mai fregato nulla, e potrete concentrarvi a elogiare le squadre di calcio italiane che perdono contro le inglesi ma “a testa alta”. 

Mi colpisce questa cosa dell’onore a fasi alterne, il patriottismo saltuario con cui commentate le sconfitte, quel “di più non si poteva fare contro una squadra forte come il Liverpool” con il quale vi date una pacca sulla spalla e trasformate in passaggio-fondamentale-per-la-crescita una partita senza nemmeno un tipo in porta. In effetti l’Inter ha fatto passare al Liverpool una serata in cui i Reds sarebbero stati tranquilli anche con Pickford tra i pali. Il portiere dell’Everton e della Nazionale è al centro di una meravigliosa presa per il culo. Il fatto è che Pickford non è esattamente un paratutto, e i tifosi avversari lo sbeffeggiano dicendogli che ha le braccia corte e non arriva manco a toccare la traversa. La scorsa settimana un tifoso del Newcastle si era presentato allo stadio per la partita contro l’Everton vestito da tirannosauro per percularlo, e lui ci aveva riso su. Ma Pickford è inglese, e come ogni inglese che si ripetti va al pub. Domenica sera era lì con un po’ di amici quando un altro cliente gli ha detto “hai le braccia come un T-rex”. A quel punto, come nel migliore dei sogni erotici, è partita la rissa. Cosa ancora più bella, pare che nessuno sia riuscito a filmarla per metterla in rete (uno sì, ma gli amici del portierino gli hanno spaccato lo smartphone). Così si fa.   

Invece alzo la pinta e tuffo le labbra nella mia bionda per lui e per il Manchester City, che in Champions ha polverizzato lo Sporting Lisbona scrivendo come al solito il proprio destino: arriverà in finale con vittorie roboanti, poi perderà senza riuscire a segnare nemmeno un gol. I portoghesi non hanno praticamente mai visto la palla per 90 minuti, caratteristica evidentemente tipica di quel popolo, dato che è quello che succede a Cristiano Ronaldo da un paio di mesi a questa parte. La vecchiaia è inesorabile, tanto che qualcuno dice che lui avrebbe ammesso di iniziare a sentire il peso degli anni. Almeno lui è in Premier League e non ha in squadra uno come Mbappè, il quale martedì sera ha reso evidente al mondo quello che qui diciamo da qualche anno: Messi è finito. Non per niente gioca nel campionato francese.

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