Il Foglio sportivo

Buone letture per illuminarsi di sport

Mauro Berruto

Il ruolo e l'importanza dello sport nella società: due libri che non devono mancare nelle case di ogni appassionato.

Che bello chiudere questo indimenticabile 2021 azzurro con due libri che ci aiutano a riflettere sul travolgente impatto che lo sport ha sul mondo. Due lavori molto diversi fra di loro, ma entrambi – non temo l’aggettivo – illuminanti. Fatevi un regalo leggendo i due libri che propongo e, vi prometto, non vedrete mai più lo sport con gli stessi occhi.

Il primo è di Rudi Ghedini, Rivincite. Lo sport che scrive la storia (Edizioni Paginauno, 2018). Le prime cinque righe della prefazione sono una premessa e una promessa: “Lo sport è una delle grandi forze che muovono il mondo, l’economia, le identità, le emozioni, la politica. Fiancheggia il potere, lo usa e si fa usare, lo tiene a distanza o l’abbraccia voluttuosamente”. Ghedini, sulla base di questo incipit, prende letteralmente la storia dello sport e la cataloga per temi, in modo geniale e unico nel genere, scegliendo questi capitoli: messaggi, uniformi, identità, colori, rivalità, palcoscenici, distorsioni e ispirazioni. All’interno di ogni capitolo proietta il lettore in una specie di viaggio nello spazio e nel tempo, capace di mantenere quella caratteristica che lo sport possiede così distintamente: l’intensità. Non si prende mai fiato passando da un atleta all’altro, famosi o del tutto inediti che siano. L’ultimo capitolo (personaggi e situazioni) riassume, per ciascuno dei temi di cui sopra, l’elenco dei protagonisti (una media di un’ottantina di nomi per capitolo) come straordinari titoli di coda che restituiscono l’idea del ciclopico lavoro di Ghedini. Troverete Nausicaa e Dick Fosbury uniti dallo stesso tema, come Abebe Bikika e Donald Trump, oppure Florence Griffith e Giulio Andreotti. Insomma, se amate lo sport e non vi siete incuriositi, beh mi arrendo.

Se invece immaginate lo sport come un “fatto sociale totale” proseguite con il secondo regalo da trovare sotto l’albero: il saggio di Maurizio Lupo e Antonella Emina (a cura di), Visioni di gioco. Calcio e società da una prospettiva interdisciplinari (Il Mulino, 2021). Perché se lo sport è un “fatto sociale totale” il calcio lo è ancora di più. E allora cosa c’è di meglio che costruire una squadra così eterogenea da tenere insieme storici, antropologi, politologi, linguisti, letterati, statistici, economisti e musicologi e che offrono il loro punto di vista sul mondo del pallone? I due curatori, ma mi piace di più immaginarli come selezionatori e ct di questa splendida squadra, sono due ricercatori del Cnr. Vi siete spaventati? Non fatelo, perché questo saggio è davvero leggibilissimo, anzi pare proprio pensato per coloro che non sono esperti di una delle discipline sopra citate, ma che credono nella contaminazione dei saperi. Un bellissimo e coraggioso esperimento per allargare l’orizzonte di chi ama lo sport e vuole restituire allo sport, nello specifico al calcio, la dignità di essere una lente privilegiata di lettura del mondo. È impossibile riassumere la vastità degli argomenti trattati: si va dal lessico degli striscioni degli ultras al calcio dell’oratorio, dai riferimenti calcistici nella musica pop alla guerra fredda, dall’emigrazione ligure in Sudamerica che ha fondato il calcio argentino, dalla poesia, alle scommesse o alla parità di genere. Scelgo la mia “parte per il tutto” in un passaggio di Nicola Bottiglieri, docente di letteratura ispano-americana, che ci ricorda come gli stadi, in fondo, non siano altro che “il raddoppio del teatro greco”. In effetti quel rito che va in scena in quei teatri raddoppiati, proprio come la tragedia nell’Antica Grecia, contiene tutto. Anzi, il doppio di tutto.