Il calcio di Nori

Como-Parma e Parma-Brescia. L'esonero di Iachini e la tazza di Kulešov

“Sarà anche lo stadio più bello del mondo, ma a me, che sono ignorante, mi sembra migliorabile”.

Paolo Nori

Ragionamento intorno all'esonero e testimonianza dallo "stadio più bello del mondo" (quello di Como). L'allenatore Iachini rimane ancora confermato. Il Parma perde contro il Brescia

Il 23 novembre, era un martedì, il Parma Calcio ha annunciato di avere sollevato dall’incarico l’allenatore Enzo Maresca. Gli allenatori, mi sembra, sono gli unici che, quando li licenziano, sono sollevati; gli altri sono licenziati, o silurati, o fatti fuori, loro sono o esonerati, o sollevati. Che quella di esonerato è anche quella una condizione di privilegio; uno esonerato è uno che non è obbligato a fare quello che gli altri, invece, devono fare. E la condizione di sollevato è ancora migliore, forse. E, a pensarci, forse è stato davvero un sollievo, per Enzo Maresca, non essere più l’allenatore del Parma, considerando come giocava la sua squadra, queste ultime settimane. Io, da parte mia, quando ho saputo la notizia, sono andato a vedere la pagina «Aggiornamenti quotidiani sull’esonero di Enzo Maresca», e ho visto che la pagina non c’è più. Mi aspettavo di trovarci, al suo posto, la pagina «Aggiornamenti quotidiani sull’esonero di Beppe Iachini» (il nuovo allenatore è Beppe Iachini), invece no. E niente. 

 

È stata una settimana interessante: “Come sarà questo Parma di Iachini?”, pensavo, e ho preparato la trasferta di Como con un’ansia bella, di quelle che ti aspetti chissà che cosa.  Nella mia esperienza, questo è un sentimento che, di solito, si traduce nel fatto che non succede niente, ma questa volta invece, “Chissà”, pensavo. 

 

Il Parma di Iachini esordiva allo stadio Giuseppe Sinigaglia di Como, uno stadio sulle rive del lago di Como che, quando sono entrate in campo le squadre, lo speaker del Como ha definito «Lo stadio più bello del mondo».  Adesso, io, quando ho sentito così, ero appena stato in bagno: i bagni della tribuna dello stadio di Sinigaglia di Como, c’era un locale unico, per i maschi e le femmine, con due bagni, uno per i maschi e uno per le femmine, e, in quello delle femmine non so, ma in quello dei maschi c’era scritto, in stampatello, con un pennarello azzurro, sul pulsante dello sciacquone: «ACQUA GRAZIE». 

 

Che io, lì allo stadio Sinigaglia, ho pensato “Sarà anche lo stadio più bello del mondo, ma a me, che sono ignorante, mi sembra migliorabile”.  Dopo è cominciata la partita e il Parma di Iachini non ha cominciato male, se fossimo stati allo stadio Tardini di Parma i primi venti minuti ci sarebbe stata un’atmosfera entusiasmante, solo che eravamo al Sinigaglia di Como e, intorno a me, l’atmosfera era piuttosto ostile: tenevano tutti per il Como, e quando, al trentaduesimo, l’arbitro ha dato un rigore per il Como, in tribuna, intorno a me, c’era poi davvero, un’atmosfera entusiasmante; erano tutti contenti tranne me, mi sembra.  A me, non ho detto niente, ma mi era venuto un nervoso che mi sono alzato sono andato in bagno anche se non dovevo andare in bagno.  Solo che, intanto che andavo in bagno, sopresa sorpresa, Buffon ha parato il rigore.  Che soddisfazione.  M ha fatto venire in mente la partita che mi ha dato più soddisfazione, tra tutte quelle che ho visto allo stadio, che è stato il Bologna Parma del 18 giugno del 2005, allo stadio Dallara di Bologna, anche quello uno stadio del ventennio, come il Sinigaglia di Como, ma questo non c’entra, quello che c’entra è che quella partita lì, che il Parma ha vinto due a zero, e si è salvato, mentre il Bologna è retrocesso, quella partita lì io l’ho vista tra i tifosi Bolognesi, nei distinti, e non ho esultato in modo scomposto come avrei fatto se fossi stato in curva coi tifosi del Parma, ho esultato dentro di me, e, sembrerà strano, è una partita che ho l’impressione di avere ancora dentro, ed è un pezzo di me, Bologna Parma del 18 giugno del 2005, che mi piace moltissimo. 

 

Invece Como Parma del 28 novembre del 2021 mi piace meno e anche per colpa mia.  Perché quando poi nel secondo tempo, c’è un cross del Como e un difensore del Parma, Elias Cobbaut, che sta marcando il centravanti del Como, Ettore Gliozzi, sviene improvvisamente, Cobbaut, lasciando Gliozzi solo davanti al portiere e libero di toccarla piano e di far gol, e tutta la tribuna che mi circonda esulta come se fosse successo chissà che cosa, io lì, devo dire, mi dispiace parlare bene di me, ma mi son comportato benissimo; ho fatto finta di niente e sono andato in bagno (li conosco benissimo, i bagni della tribuna dello stadio Sinigaglia di Como, ho letto per tre volte in un’ora «ACQUA GRAZIE», e, per tre volte, dopo aver tirato giù l’acqua, gli ho detto «Prego»), mentre qualche decina di minuti dopo, quando il parmigiano Vazquez ha fatto un cross dalla trequarti e il centravanti del Parma, Inglese, di testa, ha fatto gol, io lì, devo dire, ho sbagliato. Ho esultato. Ho esultato in modo scomposto. Che tutti quelli della tribuna si sono voltati verso di me e hanno pensato “Ah, ma quello lì tiene per il Parma”.  Mi sono accorto subito di aver sbagliato, e, mancavano ancora cinque minuti, ho pensato “Se adesso il Parma fa un altro gol, io non esulto, così la partita Como Parma del 29 novembre del 2021 resta dentro di me e va a fare compagnia a Bologna Parma del 18 giugno del 2005”.  E, ultima azione della partita, c’è stata una punizione per il Parma e tre tiri consecutivi del Parma, uno dei quali, colpo di testa di Danilo, ribattuto sulla linea da Osorio, difensore del Parma, una cosa inspiegabile, peccato.  Ero così di cattivo umore, quando sono uscito dallo Stadio Sinigaglia di Como, il più bello stadio del mondo, ancorché migliorabile, che quando sono arrivato in albergo e ho visto sul letto un biglietto su cui c’era scritto «Questa stanza è stata sanificata per te!», ho detto, ad alta voce «E per chi la dovevi sanificare, per tua sorella?». Proprio maleducato, mi rendo conto.  Il fatto è che, a me, i pareggi mi mettono addosso questo cattivo umore che ci mette dei giorni, a passarmi. 

 

Dopo, per fortuna, pochi giorni dopo, mercoledì primo dicembre, c’è stata la quindicesima giornata di campionato, Parma-Brescia, allo stadio Tardini, alle 18.  Quando sono arrivato allo stadio, alle 17, non c’era ancora nessuno, al Tardini: “Che strano”, ho pensato, poi mi sono accorto che era un giorno feriale ed era per quello, probabilmente, che, anche quando è cominciata la partita, non c’era tantissima gente, sembrava una partita finta.  Come se giocassero ma così, un po’ per scherzo.  In particolare c’è un terzino del Parma, belga, anche lui, come Cobbaut, si chiama Maxim Busi, che, quasi subito, al settimo, su un calcio d’angolo, è stato come se si dimenticasse che stava giocando a pallone.  Sai quando sei a scuola, che la professoressa sta parlando e te ti metti a pensare ai tuoi problemi, e ne hai qualcuno, ti incanti, e d’un tratto senti «Nori? Mi rispondi?», e ti accorgi che la professoressa ti ha fatto una domanda a te, e te l’ha probabilmente anche ripetuta e te non hai nessuna idea di cosa ti abbia chiesto. 

 

Ecco, io credo che Busi, quando ha sentito le urla dei pochi tifosi del Brescia che c’erano allo stadio che lo avvisavano che il giocatore del Brescia che avrebbe dovuto marcare lui, Andrea Cistana, aveva appena fatto gol, di testa, su calcio d’angolo, si sia sentito come mi sentivo io in quelle dimenticabili occasioni all’istituto Macedonio Melloni di Parma, di là dall’acqua, come dicono a Parma, che significa dall’altra parte del torrente, rispetto a quella dove abitavo io che abitavo di qua dall’acqua, vicinissimo allo stadio Tardini di Parma dove si stava giocando Parma Brescia che ci è sembrata subito, a noi tifosi del Parma, una partita orribile.  La cosa più simpatica, del primo tempo di questa partita, per noi tifosi del Parma, è stato un fatto che è successo al trentaseiesimo, che son partiti i massaggiatori del Parma, dalla panchina verso il campo non si capiva per fare cosa.  Che ci chiedevamo «Ma da chi vanno?», non c’era nessun giocatore del Parma infortunato; andavano dal guardalinee. Colpo di scena. L’hanno massaggiato, l’hanno curato, stava poi bene.  Per il resto, un disastro. 

 

Sì, il Parma avrebbe potuto anche pareggiare, ha avuto due o tre occasioni, sia nel primo che nel secondo tempo, ma anche il Brescia, ne ha avute, anzi il Brescia di più, era come i giocatori del Brescia ci tenessero di più, a vincere, invece i giocatori del Parma erano tutti un po’ incantati, come Busi; Busi, c’è da dire, era il più incantato di tutti, l’hanno poi sostituito, poverino, è uscito tra i fischi dei pochi disincantati presenti allo stadio Tardini di Parma, io più disincantato di tutti, forse, tanto che mi sono alzato dal mio posto in tribuna stampa che la partita doveva ancora finire perché io lo sapevo, che il Parma comunque non pareggiava, ho sentito i tre fischi dell’arbitro che ero già giù per le scale e avevo un umore che era migliore, dell’umore che avevo dopo Como Parma, a me le sconfitte piacciono più dei pareggi, e nell’andare in stazione ho pensato che chissà, cosa vorrà dire, questo Parma Brescia 0 a 1, seconda partita del Parma allenato da Beppe Iachini, lo capiremo solo tra un po’, come ci insegna l’effetto Kulešov. 

 

Kulešov è un regista sovietico che dicono che, negli anni venti dell’ottocento, abbia fatto un esperimento sul montaggio molto interessante (c’è qualcuno che dice che l’esperimento non l’ha fatto lui ma qualcuno comunque l’ha fatto).  Hanno preso un attore, che si chiamava Mozžukin, l’hanno ripreso per cinque secondi.  Poi hanno presso una tazza fumante, piena di zuppa, l’hanno ripresa per cinque secondi.  Poi hanno preso una bambina in una bara bianca, l’hanno ripresa per cinque secondi.  Poi hanno preso una donna stesa languidamente su un divano, l’hanno ripresa per cinque secondi.  Poi hanno montato i pezzi così: tazza fumante, primo piano di Mozžukin; bambina nella bara, primo piano di Mozžukin; donna sul divano, primo piano di Mozžukin. Nella prima sequenza Mozžukin sembrava affamato, nella seconda sembrava disperato, nella terza sembrava innamorato. E era sempre la stessa faccia. L’applicazione pratica del paradosso di Mommsen che dice che, nella storia universale, spesso il futuro getta la sua ombra sul passato.  Allora, ho pensato l’altro giorno andando in stazione dopo Parma Brecia, questo Parma Brescia che stasera ci sembra così negativo, chissà, alla fine della stagione, quando ci ripenseremo, se lo guarderemo da affamati, da disperati o da innamorati.  Chissà.  Dopo sono arrivato a casa sono andato a vedere se esiste la pagina «Aggiornamenti quotidiani sull’esonero di Beppe Iachini», mi sembra che ancora non esista.  

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