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il foglio sportivo

Le vittorie azzurre che non ci aspettavamo

Bernardo Cianfrocca

Nell’estate dell’oro abbiamo vinto anche nel polo, nelle bocce, nella pesca in apnea. E ci sono anche i successi nella ginnastica aerobica, nell’arrampicata e nella canoa

La scorsa settimana Gianmarco Tamberi è stato premiato ad Ancona con il Ciriachino d’oro, la massima onorificenza comunale. Chissà quanti, tra i presenti alla cerimonia, sapevano che un altro loro concittadino avrebbe potuto emulare, nel suo piccolo, il risultato del saltatore. Giacomo De Mola il 21 settembre è infatti diventato campione del mondo di pesca in apnea ai Mondiali di Arbatax, in Sardegna. De Mola si allena con il gruppo sportivo della sua città, i Komaros Sub, e ha riportato in Italia un titolo che mancava dal 2004. Pinne e maschera per immergersi e un fucile per cacciare, stando ben attento a evitare le specie protette o gli esemplari meno pesanti del limite minimo consentito (500 grammi). Questione sia di allenamento che di conoscenza, non per saltare, correre o segnare, ma per capire quali siano le cernie o i saraghi da colpire.

La vittoria di De Mola rientra nel novero di quei successi passati inosservati, fatta salva la nicchia di appassionati addetti ai lavori, in un’estate che mai aveva portato così tanti sportivi italiani alla ribalta. Ci sono atleti che, dopotutto, nemmeno la inseguono, consapevoli di come il loro sport non possa offrirla, privato anche di quella vetrina olimpica che ha consegnato nel tempo storie di arcieri, judoka, fiorettiste e tiratrici. Ciò non ha però impedito loro di coltivare un talento, assecondare una passione scoperta nella quotidianità. Ad Ancona è facile innamorarsi del mare: De Mola è diventato campione italiano di apnea nel 2005, ha deciso poi di abbinare la pesca al repertorio e per perfezionarsi ha vissuto lunghi periodi all’estero.

 

C’è chi sa andare sott’acqua e chi sa cavalcare, come Stefano Giansanti, Therence Cusmano, Miguel Lagos Marmol e Francisco Guillermo MacLoughlin. Formano il quartetto della Nazionale di polo che ha vinto gli Europei in Spagna il 19 settembre. Erano già i detentori e si sono riconfermati battendo in finale l’Austria per 6-5. Così, ai ragazzi vincenti di Roberto Mancini e di Fefè De Giorgi si sono aggiunti quelli del tecnico Franco Piazza e del capo equipe Alessandro Giachetti. Quest’ultimo, nel 2017, è stato tra i fautori della proposta di inserire di nuovo il polo tra gli sport olimpici. Lo è stato fino agli anni Trenta e sognava di tornarlo ai prossimi Giochi invernali di Pechino, ma per ora è stato respinto. I cavalli avrebbero corso sulla neve e non sui prati e ci sarebbe stata l’opportunità di avere una visibilità che non fosse confinata solo ai marchi d’abbigliamento o al passatempo dei reali inglesi. Ci vorrà pazienza.

Se il fatto che ci sia un’Italia che giochi con profitto a polo può essere una sorpresa, l’esistenza di una parte di paese appassionata alle bocce non rappresenta di certo una scoperta. La meraviglia subentra osservando il medagliere azzurro dei Mondiali, disputati lo scorso fine settimana nella francese Martigues. Dimenticate gli anziani che popolano i bocciodromi e le bocciofile dei parchi cittadini. I nomi da segnarsi sono quelli di Gabriele Graziano, Alex Soia e Ivan Soligon: sono loro ad aver conquistato i due ori della spedizione. Il primo nel tiro di precisione, gli altri due nella gara di coppia, tutti nella categoria under 23 e nella specialità del volo (le altre sono la raffa e la petanque). Sono ragazzi sconosciuti, ma con la fortuna di aver trovato la loro vera predisposizione e il coraggio di perseguirla. Hanno forse dovuto ignorare lo scetticismo di qualche amico iscritto sin da piccolo a scuola calcio o al minibasket, che invano rincorreva il sogno dell’esordio in Champions o in Nba. Si allenano, si infortunano, sfidano avversari, sono felici con una medaglia al collo. 

 

Come i 14 vincitori del Team Ranking Senior agli Europei di ginnastica aerobica di Pesaro nello scorso, fatato weekend. Come Stefano Ghisolfi, primo nella Coppa del Mondo di arrampicata, categoria lead, 16 anni dopo l’ultimo successo italiano. Come Andrea Domenico Di Liberto, Daniele Santini e Nicolae Craciun, medaglie d’oro ai Mondiali di canoa a 20 anni da Josefa Idem. Loro potranno provarci anche alle Olimpiadi di Parigi tra tre anni. Nel frattempo, si ricorderanno che quell’estate favolosa di Jacobs, Berrettini, Ganna ed Egonu è stata anche la loro. 

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