Italia-Inghilterra, tutto quello che c'è da sapere sul prossimo avversario degli Azzurri a Euro 2020
Poco estetica (ma con talento da vendere), molto pratica e con quel ritornello – "it's coming home" – che ormai da tre anni accompagna i ragazzi Southgate. Fino all'ultimo atto
Sarà di nuovo Wembley. Come per le più grandi occasioni: dopo i brividi con lieto fine contro la Spagna, fra gli Azzurri e il titolo europeo è rimasta ‘solo’ l’Inghilterra. Imbattuta padrona di casa, leggermente favorita secondo i bookmakers, con giovani formidabili e la fame di chi non vince un grande torneo dal 1966. Era Wembley, anche allora. L’Italia per rovinare una festa annunciata. Calcio d’inizio domenica alle 21.
I calciatori da tenere d’occhio
Tanti e in ogni reparto. Guida l’esperienza di capitan Kane: dopo un inizio in salita, l’attaccante del Tottenham si è sbloccato nella fase a eliminazione diretta – 4 gol, un gradino sotto Schick e Ronaldo – e cerca il punto esclamativo. Ma il trascinatore più costante è stato Raheem Sterling, decisivo in ogni vittoria inglese fino all’autogol di Kjaer procurato in semifinale. A seguire, dietro c’è un centrocampo precocissimo – il solo Henderson, fra i convocati, ha più di 22 anni – e di assoluta garanzia soprattutto in fase di interdizione. Più la fantasia dalla panchina: Foden, Sancho, Grealish, Bellingham e Rashford, sono un pacchetto di lusso che a partita in corso nessun’altra squadra si può permettere. Occhio anche alla tenuta difensiva – conduce Maguire, mr. 87 milioni, già a segno contro l’Ucraina: prima della punizione di Damsgaard, l’Inghilterra non subiva gol da 7 partite. Pickford invece ha dato segnali di incertezza. Il rebus portiere che da vent’anni inchioda la nazionale dei Tre leoni: Immobile e compagni ne tengano conto. Anche da fuori area.
Come gioca l’Inghilterra
Tipico 4-2-3-1, con due esterni veloci e aggressivi – Sterling e il 19enne Saka, tra le sorprese di Euro 2020 – più la quantità di Mount sulla trequarti a supporto dell’unica punta Kane. Quindi la diga Rice-Phillips, e due terzini di spinta come Shaw e Walker. Quella di Gareth Southgate è ormai una squadra collaudata: ripartita da zero dopo il flop degli Europei in Francia – out agli ottavi contro l’Islanda –, nel segno di una nuova generazione che già ai Mondiali del 2018 aveva fatto sognare i tifosi inglesi sfiorando la finale – ko contro la Croazia, 2-1 ai supplementari. La Russia era un banco di prova, l’Europeo itinerante la vera missione: mai nella storia dei maggiori tornei una nazionale aveva giocato per sei partite su sette nello stesso stadio. E Wembley è il tempio del calcio che nelle sue nuove vesti – inaugurazione nel 2007 – deve essere ancora onorato. Finora Southgate ci è arrivato più vicino di tutti – dopo aver mancato il traguardo da giocatore, nel vecchio Wembley, sbagliando il rigore decisivo contro la Germania 25 anni fa: vendetta servita oggi agli ottavi. Eppure la prima finale europea della storia dell’Inghilterra non è arrivata all’insegna del bel gioco, ma grazie a solidità del collettivo e lucidità nei momenti clou. Nonostante il ricco tasso tecnico a disposizione: per questo, a Londra c’era perfino chi criticava il ct dopo la fase a gironi. 39 vittorie in 60 partite sulla panchina della nazionale – con 121 gol fatti e 39 subiti – dovrebbero essere un dato piuttosto self-explaining.
Italia-Inghilterra, i precedenti
La finale di Euro 2020 sarà la ventottesima sfida fra le due formazioni: il bilancio è equilibrato, con 10 vittorie per gli Azzurri, 9 pareggi e 8 successi dei Tre leoni – che hanno un +2 di differenza reti. La storia recente però è a forte trazione tricolore, con l’Italia che ha perso una sola volta in amichevole – nel 2012: 2-1 con reti di De Rossi, Jagielka e Defoe – aggiudicandosi invece tutti gli incontri pesanti. Vittoria ai gironi negli Europei del 1980 – 1-0, Tardelli –, quindi nella finale di consolazione del Mondiale italiano – 2-1: Baggio, Platt, Schillaci – così come in quello brasiliano – stesso punteggio e andamento: Marchisio, Sturridge, Balotelli. L’ultimo match in un Europeo è ai quarti di finale del 2012: la squadra di Prandelli la spuntò ai rigori dopo lo 0-0 del 120’. Anche i precedenti a Wembley, tra gli stadi più inespugnabili della storia del calcio, ad oggi sorridono agli Azzurri: un ko, due pareggi e altrettante vittorie. L’ultima nel 1997, quando il pubblico si alzò in piedi e applaudì il gol di Zola. Ricordi very british, in attesa di domenica: a Mancini e ai suoi ragazzi l’ultima parola dell’estate.