Didier Deschamps, allenatore della Francia. Sulla panchina dei Blues ha vinto i Mondiali 2018 (Ansa)

Euro 2020

Francia favorita? Nì

Giorgio Coluccia

Troppa attesa, il fantasma Zizou e un girone durissimo per Deschamps

Come se non bastassero gli unanimi favori del pronostico e la pressione da indiziata numero uno per il successo all’Europeo, nei giorni scorsi anche l’opinione mai banale di José Mourinho ha messo la Francia con le spalle al muro. “È come se avesse tre squadre, non ha punti deboli. Devono vincere, altrimenti sarà un fallimento, e quando hai Mbappè in squadra non puoi pensare di non vincere”, ha azzardato il neo tecnico della Roma in un’intervista al Sun. La sentenza non è affatto piaciuta al c.t. dei  Bleus, Didier Deschamps, già zavorrato dalle tante sollecitazioni avvertite in fase di avvicinamento. “Siamo i favoriti perché siamo i campioni del mondo – ha attaccato – E poi anche io pensavo la stessa cosa per la sua avventura al Tottenham, ma sappiamo come è andata a finire”. Dietro alla piccata replica del tecnico di Bayonne si nasconde un velato nervosismo per una possibile cacciata in caso di mancato successo, con il nome del successore, Zinedine Zidane, che aleggia nell’aria già da mesi e nonostante un contratto con la Federcalcio transalpina siglato sino al Mondiale in Qatar del 2022.

 

Una data non banale visto che l’attuale c.t. coronerebbe così dieci anni di permanenza, essendosi insediato l’8 luglio del 2012 dopo l’Europeo (con Laurent Blanc alla guida) svanito ai quarti di finale. Più longevo di lui c’è solo il tedesco Joachim Löw, in sella dal 2006 e già certo dell’addio dopo il torneo itinerante. Secondo le stime del portale specializzato Transfermarkt, la rosa dei Galletti è la seconda per valore di tutto l’Europeo, con 1,03 miliardi alle spalle soltanto dell’Inghilterra, e gli allibratori piazzano già tre francesi nei primi cinque del prossimo Pallone d’Oro: Mbappé, Kanté e Benzema. In più, sempre le stime di Transfermarkt hanno valutato 450 milioni di euro gli esclusi eccellenti che tanto hanno fatto discutere nonostante le rose extra large allargate fino a 26 elementi. Su tutti, sulla corsia sinistra Digne è stato preferito a un Theo Hernandez in stato di grazia. E al centro della difesa la riserva del Chelsea, Zouma, ha sfilato il posto a Upamecano, già acquistato dal Bayern lo scorso febbraio (per paura di perderlo) con tanto di clausola rescissoria da 42,5 milioni pagata al Lipsia. Sono stati lasciati a casa anche gli “italiani” Bakayoko e Veretout, oltre a Camavinga, Areola, i due Mendy e la coppia d’attacco Lacazette-Martial. Uno spreco che Oltralpe non è passato inosservato, anzi è valso a Deschamps aspre critiche, anche se il tecnico gode di un credito sterminato dopo il trionfo al Mondiale 2018, da sommare a quello vinto da giocatore assieme all’Europeo nel biennio 1998-2000.

 

Nella doppia veste nessuno mai è riuscito a siglare il poker nei due massimi tornei per Nazionali, ma la strada è più in salita di quanto sembri anche a causa dell’urna dispettosa ai tempi del sorteggio. La Francia, oltre a essere l’unica grande realtà d’Europa priva dell’onore di paese ospitante, farà parte del cosiddetto gruppo della morte: debutto in casa della Germania a Monaco di Baviera, seconda uscita in casa dell’Ungheria a Budapest, e terza sfida decisiva ancora alla Puskas Arena contro il Portogallo campione uscente. Visto che a qualificarsi saranno anche quattro delle migliori terze, gli ungheresi partono tutt’altro che battuti e saranno gli unici a potersi godere uno stadio pieno per le prime tre uscite con ben 61 mila spettatori sulle tribune. Ci sarà un clima infuocato, il match da dentro o fuori potrebbe arrivare ben prima della fase a eliminazione diretta e ai francesi servirà il Benzema dei giorni migliori, sempre che riesca a superare l’infortunio rimediato in amichevole contro la Bulgaria. È stato tenuto a debita distanza dalla Nazionale per sei lunghi anni, aveva perfino accusato Deschamps di aver ceduto alle pressioni razziste e sui social aveva litigato con il compagno Giroud: “Lui in confronto è un go kart, io sono una Formula Uno”. “Io però sono campione del mondo”, gli aveva risposto l’attaccante del Chelsea. Un clima da favoriti, o forse no?

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