Fine dell'incubo

Schwazer assolto: "Non fu doping, ma alterazione delle prove"

Il Tribunale di Bolzano archivia il caso del marciatore italiano "per non aver commesso il fatto". E contemporaneamente lancia pesanti accuse a Iaaf e Wada: "Campioni di urina alterati per riscontrare la positività dell'atleta". Tutta la ricostruzione sul Foglio

La giustizia ha parlato, e ha parlato per Alex Schwazer. Il Gip Walter Pelino, del Tribunale di Bolzano, ha assolto il 36enne al processo di primo grado per doping, disponendo l'archiviazione del procedimento penale "per non aver commesso il fatto". Non solo: a Iaaf e Wada, i massimi organi internazionali dell'atletica e dell'antidoping, è stato contestato "con un alto grado di credibilità" che i campioni di urina del 2016 - prelevati da Schwazer secondo un procedimento ritenuto controverso e fuori dagli standard già all'epoca - "furono alterati per ottenere la squalifica e il discredito dell'atleta, come pure del suo allenatore Sandro Donati. Ci sono forti evidenze che siano stati commessi una serie di reati a questo scopo".

 

Un'accusa pesantissima, per tutto l'apparato contro cui Schwazer ha rivolto i suoi sforzi dopo il primo stop per doping, arrivato nel 2012 alla vigilia delle Olimpiadi di Londra. Lì Alex era ripartito da zero, pulito, tornando ai massimi livelli e denunciando nel frattempo i lati oscuri del mondo dell'atletica. Stava arrivando di slancio verso Rio 2016, ma quel controllo delle urine fece saltare tutto: data la recidività il Tas di Losanna lo condannò a 8 anni di inibizione. "Evidentemente c'è qualcuno che non vuole che io vada alle Olimpiadi", disse lui. "Stavolta io non chiedo scusa come quattro anni fa perché non ho fatto niente". Il tempo gli ha dato ragione. Forte del verdetto di Bolzano, Schwazer potrà impugnare la sentenza del Tas alla Corte federale svizzera e tornare a sperare in Tokyo. Oggi, forse, il suo calvario mediatico e giudiziario giunge al termine. Quello di Iaaf e Wada invece potrebbe essere appena cominciato.
 

 

 

La gioia di Alex: "Ripagato di tante battaglie"

Dopo il provvedimento del Tribunale sono arrivate le dichiarazioni dell'atleta: "Finalmente è arrivato il giorno in cui è stata fatta giustizia", il commento a margine di Schwazer diffuso dalla sua manager Giulia Mancini. "Sono felice, dopo quattro anni e mezzo di attesa. Probabilmente non potrò dimenticare tutto quello che è successo, ma il giorno di oggi mi ripaga un po' di tante battaglie che insieme a chi mi è stato vicino ho dovuto affrontare in questo periodo. Non è stato per niente facile". Massima soddisfazione anche da parte di Donati, sempre al fianco di Alex nella vicenda: "Una grande vittoria, grazie a un giudice coraggioso. Questa era la grande battaglia per la verità: l’abbiamo vinta, e ora tutto il mondo dello sport è chiamato a fare le sue valutazioni. Anch'io sono finito incastrato insieme ad Alex: passato per fesso o per complice, non sono né uno né l'altro". Schwazer avrebbe appreso la notizia mentre si stava allenando: "Continua a tenersi in forma", conferma l'allenatore a LaPresse. "Se dovesse arrivare giustizia anche in ambito sportivo, potrebbe essere pronto per Tokyo".

 

 

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