Paolo Dal Pino, 58 anni, presidente della Lega calcio Serie A dal gennaio del 2020 (Ansa)

diritti tv 2021-2024

Sky o Dazn, domani si decide. Ma siamo pronti per la Serie A in streaming?

Ruggiero Montenegro

Tra le due offerte ballano 90 milioni di euro, ma la questione non è prettamente economica. Si tratta anche di scegliere tra due prospettive industriali differenti: satellite o streaming

 

 

Sky o Dazn? L'appuntamento è fissato per domani, alle ore 13 la Lega Seria A si riunirà a Milano, a Palazzo Parigi: in ballo una decisione fondamentale, quella legata alla cessione dei diritti televisivi del calcio per i prossimi tre anni. Una scelta che non avrà soltanto risvolti di natura economica, ma anche tecnici e pratici, incidendo insomma sulle modalità di fruizione dello sport più seguito, tanto più in un momento storico come questo. E se Sky non ha bisogno di particolari presentazioni, trasmettendo il campionato da ormai 18 anni, va chiarito invece come Dazn si appoggi esclusivamente al digitale, e rendere lo streaming l'unica via di trasmissione rappresenterebbe una svolta epocale per il settore, almeno in Italia.

 

Ma andiamo con ordine. In attesa dell’accordo per la vendita del 10 per cento al fondo Cvc-Advent-Fsi, che non è ancora stato firmato e non pare avere un sbocco rapido, sul tavolo del presidente Dal Pino sono arrivate le offerte di Sky e di Dazn: la pay tv di Comcast sarebbe disposta a sborsare 750 milioni per tutte le gare su piattaforma satellittare, lasciando anche alla Lega calcio la possibilità di trasmettere le partite sul web con un proprio canale. Quella di Leonard Blatavik, imprenditore russo-americano con un patrimonio stimato da Bloomberg introno ai 39 miliardi di dollari, invece è arrivata a offrire 840 milioni, per sette incontri in esclusiva e tre in contemporanea con un altro operatore (con Sky pronta a comprare i diritti di queste ultime per 70 milioni di euro)

 

Tra le due proposte ballano insomma 90 milioni, una distanza tale da suggerire che alla fine a spuntarla dovrebbe essere proprio Dazn. Ma la questione economica, benché fondamentale, non può essere l'unica da tenere in considerazione, e una scelta che va in questa direzione apre il campo a una serie di interrogativi: l'Italia possiede le infrastrutture per supportare un'impresa del genere? A che punto siamo con la banda larga? E la stessa piattaforma è in grado di garantire uno standard adeguato, tanto più nel momento in cui è chiamata a operare praticamente in esclusiva sullo sport più amato?

 

Le risposte non sono esattamente tra le più incoraggianti. Secondo le ultime rilevazioni dell'osservatorio Agcom, in Italia sono attive 17,8 milioni reti internet, tra queste 11,8 ricorrono alla banda larga mentre le restanti sono ancora collegate attraverso la vecchia tecnologia Adsl. Ciò vuol dire che, nel momento in cui Dazn dovesse aggiudicarsi i diritti, circa un terzo delle utenze italiane potrebbe avere serie difficoltà nel seguire il calcio. Senza contare che un'offerta interamente digitale comporterebbe naturalmente un aumento del traffico web in occasione delle partite, provocando un ulteriore ingolfamento, con ricadute anche sugli sponsor.

 

C'è poi un precedente poco incoraggiante che arriva dalla Francia, dove la Lega nazionale aveva ceduto gran parte degli incontri della Ligue 1 alla piattaforma Media Pro, che trasmetteva attraverso il servizio streaming Telefoot. Almeno fino al fallimento del canale, che ha indotto i vertici del calcio transalpino a tornare sui propri passi e a cedere a prezzo scontato i diritti allo storico partner Canal+.

 

E ci sono anche i dubbi legati a Dazn, che ha esordito in Italia nel 2018 con performance discutibili, caratterizzate da continui problemi tecnici e ritardi di trasmissione. Problemi che nel tempo sono stati quasi del tutto riassorbiti, ma che non risolvono le perplessità. Tanto è vero che un anno dopo la stessa piattaforma ha aperto un canale satellitare appoggiandosi proprio a Sky, per alleggerire il traffico sui propri server e differenziare la proposta. Oggi però la situazione potrebbe essere diversa perché, come riporta Calcio e Finanza, Dazn dovrebbe essere affiancata da un colosso delle telecomunicazioni come Tim. L'azienda, tuttavia, per la propria rete utilizza ancora in gran parte il rame e non la fibra: è vero che continua a implementare i progetti legati alla banda larga, ma offrirebbe garanzie più solide soltanto nel medio periodo, non essendo oggi al top in Italia in termini di fibra.

 

È su questi aspetti dunque che si gioca la partita, ed è su questi aspetti che la Lega calcio e i presidenti dovranno ragionare: oltre alla prospettiva economica, si tratta di scegliere tra visioni industriali quasi opposte, con implicazioni e conseguenze specifiche. E non solo per gli addetti ai lavori. Il digitale rappresenta il futuro della tv e della trasmissione di eventi in generale. Rincorrere il futuro è doveroso, resta da capire se questa corsa può creare problemi a utenti, tifosi e appassionati. Un aspetto che domani, a Palazzo Parigi, andrà certamente considerato insieme alle altre questioni.

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