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Dopo essere sopravvissuto alla vita, Gascoigne sopravviverà all'Isola dei Famosi?

Furio Zara

Gazza dovrebbe tornare in Italia, in televisione. Dopo 53 anni vissuti ballando sull’abisso affronterà anche un reality show

Direttamente dall'aldilà, Paul Gascoigne all'Isola dei Famosi. In quest'epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell'orrore, per cui toccherà beccarci in prima serata il Benny Hill della storia del calcio che disquisisce di cocchi e di diarree con la Isoardi e Giovanni Ciacci, laggiù, nel Mar dei Caraibi. Forse ha persino un senso, questa deriva televisiva cui approda un naufrago sopravvissuto alla vita. Forse.

   

Dove eravamo rimasti? Gazza lost in translation. Di mestiere: convalescente autolesionista. Una sbronza, una scazzottata, un ricovero coatto, un tentativo di ricomporsi, una promessa tradita. Sempre caro ci è ancora oggi quel matto di Gazza, 53 anni vissuti ballando sull’abisso, talento sgualcito da una vita distratta e disperata, fuoriclasse debole, fragile, imperfetto, rotto e rottamato, perciò eterno, oggi i Millennials direbbero "iconico". No non è un drink/ è Paul Gascoigne (cit. Achille Lauro, Rolls Royce).

   

     

Un eroe slabbrato, un coglione galattico, un fenomeno, pur da baraccone, un ciccione alcolizzato che Eupalla a sua insaputa gratificò con il dono supremo concesso agli umani: saper giocare a pallone.

 

Di recente è andato in Australia e s’è fatto cucire nello stomaco dei pellet che - se beve troppo - gli causano un dolore fortissimo. E’ una specie di allarme etilico. L'inglese con in piedi da brasiliano viene al mondo nel maggio del 1967 mentre i Beatles cantano "Strawberry Fields Forever" - eh, credici - cresciuto in un sobborgo povero di Gateshead, Newcastle, cieli di carbone, terra di minatori. Infanzia disagiata, padre violento, madre dissoluta. A undici anni passeggia nudo e ubriaco lungo il Tamigi, a tredici anni molesta sessualmente la prof di scienze, a quattordici partecipa alla sua prima orgia di gruppo scoprendo un nuovo utilizzo per le bottiglie di birra vuote, a diciotto anni riesce a passare un sabato sera senza bere, il giorno dopo debutta nella Prima Divisione inglese. Inizia la sua carriera, o forse finisce. Non s’è ancora capito.

   


Enrico Brizzi sul Foglio sportivo aveva raccontato la vita irripetibile di Paul Gascoigne

   

Non si è fatto mancare niente, il vecchio Gazza: alcol, droga, risse, molestie sessuali, divorzi, riconciliazioni, redenzioni a cottimo, atti osceni in luogo pubblico, abbandoni della prole, un paio di crisi cardiorespiratorie e rutto libero. Per un po’ di anni - certo - ha giocato anche a pallone. Da dio, se ci è concesso. Tasso etilico pari alla classe. In Inghilterra gli lanciavano le barrette Mars, lui raccoglieva e mangiava. Soprannomi dell'epoca: Fatman, Fatty Boy, Mad Paul. Un cattedratico inglese, sir John Casey, di lui scrive: "E’ l'idolo piangente della working class inglese".

   

Gioca tre anni con la Lazio (1992-1995), che paga al Tottenham cinque milioni e mezzo di sterline. A Fiumicino sono in più di duemila ad accoglierlo. C'è un cartello: "Gazza’s boys are here shag the women and drink the beer", sì insomma, i ragazzi di Gazza sono qui per andare a donne e bere birra. E vabbè. E’ a Roma da un mese quando dice: "Domani mattina invito il Papa a colazione". Prende una villa sulla Cassia con piscina gigante: ci sguazzano dentro i suoi amici guidati dal mitologico Jimmy Cinquepance, Gazza ci piscia dentro, ma così, per scherzo. Animal House. Le stagioni italiane sono minate da infortuni, Gazza va a scartamento ridotto, lampi e pause, un gol nel derby, un rutto nel microfono di un giornalista della RAI, uno spavento procurato a Zoff, che se lo vede sbucare da un armadietto, nudo e felice come Adamo quando scoprì che in giro c’era anche Eva. Allegria fracassona da commedia nerd su Italia 1, ma anche lati oscuri, buio nell'anima, dolori mai rimossi. Era un bambino quando vide il suo amico Steven morire, investito da una macchina. Stavano rincorrendo un pallone. Un suo compagno di ritiro ai tempi della Lazio, Claudio Sclosa, una volta raccontò: "Gazza dorme con la televisione e la luce accesa, se provo a spegnerla si mette a urlare". C'era già la traccia di un destino. Accendete la televisione, non spegnete la luce, c’è Gazza all’Isola dei Famosi.

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