il foglio sportivo – il ritratto di bonanza

La prova del 9

Alessandro Bonan

Il problema dell'attaccante centrale nell'Italia di Roberto Mancini non può essere risolto con la convinzione di Guardiola che sosteneva che il centravanti è lo spazio

Magari fosse vero che il centravanti è lo spazio, come sostenne Guardiola un po’ di tempo fa. Si potrebbero risparmiare milioni di euro per averne uno in squadra e giocare in dodici, gli undici titolari più lo spazio, appunto. A beneficiarne sarebbero in tanti, tutti quelli a cui manca un forte riferimento offensivo, la prima punta, intorno al quale far girare la squadra. Tra i migliori del campionato ci sono gli stranieri: Zapata, Ibrahimovic, Lautaro/Lukaku (difficile dire quale dei due sia il centravanti, lo sono entrambi) Morata, Osimhen, Dzeko, in ordine di classifica. Poi c’è il gruppo degli italiani, guidati dal capocannoniere Immobile, il pervasivo Belotti, e il “vecchio-giovane” Caputo. I tre sono titolari a turno in Nazionale, dove ognuno va benino ma nessuno va benissimo, come confermato anche dalle ultime uscite degli azzurri contro Polonia e Olanda.

 

Belotti è un combattente che gioca sempre come se fosse la sua ultima partita. Non conosce i confini tra difesa e attacco e spinge forte sul piede di gomma dura, per poi respirare mani ai fianchi, in attesa dello sprint successivo. Ci mette la faccia, da leone buono, e il fisico con la corazza, duro come il ferro. Definirlo centravanti è quasi riduttivo, o più semplicemente sbagliato. Non possiede un senso preciso della posizione, non è un pivot. Può farlo a tratti ma poi si sposta come spinto da una furia nascosta che sembra appartenere alla fame.

 

Immobile tecnicamente è ottimo e sa giocare anche di sponda, ma si comporta meglio se lo lanci invece di chiedergli di stare con la porta di spalle, come se fosse la punta del compasso nell’azione. Immobile agisce volentieri in progressione con un passo da ghepardo, in posizione decentrata, e segna da destra e da sinistra gol bellissimi, a volte quasi impossibili. È un Belotti meno agonista e spigoloso, ma ugualmente poco centravanti, almeno nel senso classico che in queste righe si vuole intendere, tanto che contro gli olandesi a un certo punto Mancini gli ha affiancato Kean, per avere un nove a quattro gambe.

 

Quello più giusto nel ruolo, per la posizione, è Francesco Caputo detto Ciccio. L’area è un perimetro in cui sa come stare, con licenza di uscirne spaziando, per poi tornare al centro come attratto da una gravità naturale. E’ svelto, sa scartare, ricamare per i compagni. Nella nostra Nazionale, dove si gioca in velocità, Caputo sembra a suo agio anche se gli manca il fisico (si fa per dire). Nel senso che se lo cerchi in appoggio alto o lo pretendi sfondatore, rischi di non trovarlo. 

 

Insomma dopo tante prove del nove, i conti di Mancini in attacco ancora non tornano. Serve una botta di fantasia per non trasformare una semplice questione in un bel problema. 

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