il foglio sportivo
L'eroe dei due mondi della boxe italiana
Nando Spallotta non aveva paura di niente e di nessuno. La strana storia del pugile italiano che conquistò il Madison Square Garden ma non l'Italia
Accettava qualsiasi avversario, in qualsiasi spazio, su qualsiasi ring. Una volta combattè anche nella giungla. “Salii su un aereo a pale, che decollò, volò e atterrò, poi fui condotto in una radura – raccontava -. Un buio pesto, non si vedeva nulla, era tutto nero, nero l’altro pugile, neri gli spettatori, nero il quadrato, gli unici bianchi eravamo io, il mio manager e l’asciugamano. Al gong cominciai a prendere cazzotti uno dopo l’altro. Non li vedevo partire, però li sentivo arrivare. Una, due, tre riprese, e avanti così, subendo, incassando, resistendo. Finché alla decima, quello, per finirmi, caricò la bomba, io, per difendermi, abbassai la testa, lui mi colpì la capoccia e poi urlò di dolore. Gli hanno sparato, pensai. Invece si era fratturato mano, polso e avambraccio, e gli era uscita anche la spalla. E così, senza neanche tirare un solo pugno, e senza neanche aver mai visto l’avversario in faccia, vinsi per ko”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE