Il tecnico del Picerno, Domenico Giacomarro (foto LaPresse)

La Serie C si è fermata a Picerno

Leo Lombardi

La storia della società di calcio lucana che, grazie a uno zio d'America, ha portato un paese di neanche 6 mila abitanti nel mondo dei professionisti

La Basilicata è sempre stata fuori dalle dinamiche del calcio italiano. Al massimo una serie B, come capitato per il Potenza (più a lungo: dal 1963 al 1968) e per il Matera (una sola annata, quella del 1979-80). C'è anche un campione del mondo: è Franco Selvaggi, tanto Cagliari e parecchio Torino. Nel 1982 Enzo Bearzot lo chiama a far parte della spedizione spagnola in luogo del ben più ingombrante Roberto Pruzzo, che in quell'anno aveva vinto la classifica marcatori per la seconda volta consecutiva. Ma c'era un Paolo Rossi da recuperare e il ct - cui i fatti avrebbero dato ragione - non voleva un concorrente che mettesse pressione. E Selvaggi conquista il titolo senza scendere in campo per un minuto soltanto.

 

Oggi il Potenza è in Serie C ma a fargli compagnia non c'è il Matera, cancellato la passata stagione dopo non essersi presentato per quattro partite. Il suo posto è stato preso dal Picerno. Meglio: dall'Az Picerno, e in quell'Az c'è il ricordo della società che partecipò alla fusione nel 1981. Si tratta di una storia recente, nata soltanto nel 1973, e che - passo dopo passo - ha portato un paese di neanche 6 mila abitanti nel mondo dei professionisti. Una prima volta che è stata anche rocambolesca, visto che il Picerno l'ha festeggiata due volte, inframmezzandola con una grande paura. Tutto sembra fatto il 18 aprile, quando lo 0-0 casalingo con il Taranto regala la certezza aritmetica del primo posto in Serie D. Ma nell'intervallo uno steward colpisce con un tirapugni tre giocatori ospiti e se il giudice sportivo, in un primo tempo, lascia le cose come stanno, la Corte d'appello nazionale della Figc conferma il risultato sul campo ma penalizzando il Picerno di tre punti, coinvolgendolo nella responsabilità per il folle gesto del suo addetto. Una sentenza che giunge il 3 maggio, all'antivigilia di un'ultima giornata che i lucani si trovano improvvisamente costretti a vincere: nel turno precedente hanno perso 3-1 in trasferta con l'Audace Cerignola, che insegue a tre punti. In caso di arrivo a pari merito, diventa necessario lo spareggio. Un'eventualità che il Picerno spazza via battendo 3-2 il Bitonto, a porte chiuse e in campo neutro (a Rionero sul Vulture). 

 

La festa successiva del paese è la festa soprattutto di Donato Curcio, lo zio d'America della società, protagonista di una storia esemplare di emigrazione vincente. Prende il diploma professionale nel 1961 e a 19 anni saluta Picerno, perché non c'è lavoro e perché ci sono altre due sorelle che hanno bisogno si studiare: servono dei soldi in più e una bocca in meno da sfamare. Prima la Francia, poi la Svizzera, quindi l'Inghilterra, ultima tappa prima del grande salto negli Stati Uniti. Destinazione Buffalo, nello stato di New York, dove Curcio fa fortuna con la progettazione e la produzione di macchine per decorare prodotti in plastica. Un'azienda che vende una quindicina di anni fa per poter dedicarsi a una ricca esistenza da pensionato, ma con Picerno sempre nel cuore. Entra nella società, di cui è presidente onorario (più operativo il nipote Gianvito, vicepresidente del club), mette i soldi per la squadra e, soprattutto, un milione di euro per rifare lo stadio del paese, inaugurato nel 2008 e che - singolarmente - porta il suo nome, raro esempio di un impianto dedicato a una persona in vita. In Italia lo si vede raramente, ma è presente in maniera costante nella vita della squadra. E se fino all'anno scorso seguiva le partita sul web grazie a Radio Carina, la promozione in Serie C ha finalmente portato in dote le immagini televisive, grazie alle partite trasmesse da Eleven Sport.

 

In Serie C il Picerno si sta ben comportando. Logica vuole che debba pensare solo alla salvezza, la classifica attuale lo pone a metà strada tra playoff e playout. In panchina è rimasto Domenico Giacomarro, una lunga carriera da centrocampista, con un passaggio in Serie A a Verona a fine anni Ottanta. Nelle categorie inferiori è un vincente, prima di Picerno aveva centrato la promozione con Marcianise, Vastese, Paganese e Potenza, in categorie dalla Promozione alla C2. Il leader e capitano è Emmanuele Esposito, in Basilicata dal 2014, dove ha vissuto l'avventura dall'Eccellenza a oggi. Ci sono anche due ragazzi arrivati in Italia con un gommone dall'Africa: Aboubacar Soumahoro, diventato Langone dopo l'adozione, e Boubacarr Sambou. L'ambizione è quella di vivere la Serie C a casa propria, un'eventualità negata dalla struttura del Curcio, per le dimensioni ridotte del campo e delle tribune: la squadra gioca nel capoluogo Potenza, a una ventina di chilometri di distanza. I lavori sono in corso, per avere un terreno di gioco omologato e una capienza da 1.500 posti. Difficile rivedere il Picerno a Picerno in questa stagione. Tutti lavorano per il futuro.

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