il foglio sportivo
Il Ronaldo sconsacrato
Con l'arrivo di Sarri la Juventus non dipende più da una giocata, bensì da un gioco
Quando si dice “un uomo normale”. Cristiano Ronaldo non è più lo stesso. È meno alto, meno muscoloso, meno bello e soprattutto meno taumaturgico, soprannaturale. Continua ad essere un fuoriclasse ma senza il tocco del santo. In cinque parole, non-è-più-un-divino. In pochi mesi si è passati dal processo di beatificazione a quello di normalizzazione. A sconsacrare il fenomeno di Funchal, un uomo in saio blu, un sacerdote del calcio, un fideista del gioco: Maurizio Sarri. Con l’avvento del toscano, la Juventus ha bruciato non solo cento sigarette al giorno, ma anche il mito di Cristiano. E adesso, la gente che faceva ooo ad ogni tocco del “suo” pallone, si ciuccia la vocale in bocca, la mastica e poi la sputa anche per Dybala, Higuain, Bernardeschi, Cuadrado, perfino Matuidi, che di CR7 è praticamente la sentinella. Insomma per dirla in poche parole, la Juventus non dipende più da una giocata, bensì da un gioco. Il quale presuppone un principio collettivo in cui, anche un maestro con la bacchetta in mano, scende dal piedistallo e suona il piffero con l’orchestra.
In Champions, contro le locomotive di Mosca, Cristiano andava e frenava, andava e frenava, pareva un ballerino contro tempo. Cercava di tenere il ritmo, capire la rumba, dove lo portasse il fado, per parlare delle sue note malinconiche, ma il risultato era un vago insistere. Il Ronaldo del passato, quello che con Allegri se la faceva dare per poi pensarci lui, non c’era più. E Cristiano, perspicace calcisticamente come pochi, a un certo punto ha capito. E si messo a correre come un bambino, cercando spazi diversi, triangoli più stretti, provocando una asimmetria meno pronunciata, visto che di quello si parla ultimamente. Di Ronaldo colpiva la sofferenza, compressa, controllata, del campione a cui stava girando intorno un mondo diverso. In mezzo a quelle trame sporche, con avversari ruvidi che lo aspettavano al varco ben conoscendo la sua fama, Ronaldo si è fatto uomo ma non è asceso al cielo. Tutt’altro, si è posto al servizio di quelli che una volta non erano come lui ma che oggi gli assomigliano di più.
La Juventus di Sarri distribuisce il pane e i pesci priva della necessità di assistere a un miracolo. Senza nulla togliere a ciò che è stato prima, con Allegri, oggi la Juventus si muove diversamente. Non si sa ancora se sia più forte o più debole, è presto per dirlo. Ma di sicuro, con Sarri, la sinistra conta come la destra e il dietro come il davanti. Ovunque sia il fenomeno, il signore del pallone, il dio del calcio. Ovunque sia, Cristiano Ronaldo.
Sconfitta in Eurolega
A Berlino l'Alba è nera per l'Emporio Armani
olive s3 e10