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Contro la Roma l'errore arbitrale è evidente, ma il Var non ha niente di sacro

Il rigore concesso al Borussia Mönchengladbach è inesistente, eppure in Ajax-Chelsea la tecnologia non ha aiutato. Immagini sbagliate e moviole invocate. Restiamo con i piedi per terra

Quarantino Fox

[Anticipiamo un articolo del numero del Foglio Sportivo in edicola domani e domenica. L'edizione di sabato 26 e domenica 27 ottobre la potete scaricare qui dalle 23,30 di venerdì 25 ottobre]

 


 

Dopo Roma-Borussia Mönchengladbach sono tutti a favore del Var: impensabile tornare indietro, si legge e si sente un po’ ovunque. Basta con il calcio “da Medioevo” senza monitor a bordocampo. In effetti, se ieri sera all’Olimpico ci fosse stato lo strumento tecnologico, il rigore ai tedeschi non sarebbe mai stato concesso. Sarebbe bastata una visionatura di un paio di secondi.

 

Lasciando perdere le pur interessanti riflessioni sui paragoni storici, il problema risulta essere però molto più semplice: anche senza Var quel rigore non lo si sarebbe mai dovuto concedere. La colpa è tutta dell’arbitro scozzese Collum, che scambia la testa di un difendente per un braccio. Non è roba da poco, tra l’altro con visuale frontale libera. La moviola avrebbe corretto l’errore, ma la sostanza – cioè quello che davvero conta – è la mediocrità di troppi fischietti che vengono mandati in giro per l’Europa. È su questo che bisogna riflettere, non sull’uso che si fa delle moderne tecnologie. Che poi, guardando Ajax-Chelsea (Champions del giorno prima), tutta questa sicumera sulla sacralità del Var forse verrebbe un po’ meno: agli olandesi è stato annullato un goal per fuorigioco millimetrico. Peccato che il frame analizzato dall’arbitro addetto al monitor, il polacco Marchiniak, fosse quello sbagliato. E la rete era da convalidare. Il problema, alla fine, è sempre degli uomini. Errabondi per loro natura.

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