Il calcio è divertimento. Le buone premesse del Genoa di Andreazzoli

Dopo il pareggio con la Roma i rossoblù battono 2-1 la Fiorentina. Chi è l'allenatore più anziano della serie A che in quanto a idee è uno dei più innovativi

Leo Lombardi

I tifosi del Genoa non la prendano come una gufata ma quest'anno, a naso, si ha l'impressione che se la godranno molto più loro degli amici-rivali sampdoriani. Due giornate di campionato non fanno una primavera, però la squadra che al debutto pareggia 3-3 in casa della Roma e che nella giornata successiva mette sotto la Fiorentina, una certa l'impressione l'ha lasciata. Per i punti, è vero, ma anche per il gioco. Con una inversione netta di rotta rispetto alla passata stagione, fatta dei soliti cambi in panchina (Cesare Prandelli per Ivan Juric) e di prestazioni collettive mai decollate. L'esatto contrario di quanto si è visto in questi primi 180 minuti, per merito di chi – con i suoi 66 anni da compiere il 5 novembre – è l'allenatore più anziano della serie A. Ma, in quanto a idee, uno dei più innovativi.

  

Non potrebbe essere diversamente per Aurelio Andreazzoli, uno che è stato per lungo tempo un nome sconosciuto ai più e che soltanto da tre stagioni in qua ha preso in mano la propria vita professionale. Sconosciuto perché lui era uno da staff, quei collaboratori di cui noti l'esistenza solamente quando chi è ufficialmente in carica non può andare in panchina: per squalifica o per motivi di salute. O perché viene esonerato. Di Andreazzoli si viene a sapere nel 2013, quando la Roma mette alla porta Zdenek Zeman. Lui in giallorosso c'era da tempo, da quel 2005 in cui Luciano Spalletti (con cui aveva condiviso due anni primi la stanza al Supercorso di Coverciano) lo aveva chiamato come collaboratore. All'interno dello staff Andrezzoli è quello che incita i giocatori a divertirsi, a non esser mai banali. Caratteristica che mantengono quando il tecnico prende in mano la prima squadra, ridando un senso al campionato e raggiungendo una finale di Coppa Italia (persa) contro la Lazio.

 

 

Dopo quella sconfitta Andreazzoli ritorna uno da staff. Il suo destino cambia quando Spalletti, che a Empoli viene sempre ascoltato con attenzione, lo suggerisce al presidente Fabrizio Corsi quale sostituto di Franco Vivarini. Una mossa che lascia tutti sorpresi, viste le ambizioni dei toscani in serie B. Una sorpresa che viene meno per un cammino fatto di sette vittorie e tre pareggi, con 25 gol realizzati e 8 presi, e con una promozione agguantata nel nome del bel gioco. Una caratteristica che Andreazzoli mantiene anche in serie A: gli costa un allontanamento, per i punti che non arrivano, ma gli offrono anche la possibilità di tornare, dopo la poco felice esperienza con Beppe Iachini. Un rientro che per poco non porta a una salvezza clamorosa, che evapora crudelmente per mano del migliore amico del tecnico. All'ultima giornata Spalletti regala la qualificazione in Champions all'Inter battendo 2-1 a San Siro l'Empoli in un match che i toscani tengono incerto fino all'ultimo. A fine gara tocca proprio all'allenatore in uscita, per fare posto ad Antonio Conte, consolare l'amico: “Aurelio mi dispiace, ti meritavi la salvezza”.

 

Una retrocessione che arriva dopo aver chiuso a pari punti con il Genoa: qui Enrico Preziosi segue con apprensione le partite dell'Empoli, ma anche con attenzione. E decide che Andreazzoli è l'uomo cui affidare una squadra che sappia coniugare gli obiettivi al gioco, come capitava nell'epoca mai più ritrovata di Gian Piero Gasperini. Il presidente si muove con la consueta abilità sul mercato, a cominciare dall'operazione Cristian Romero, il difensore ceduto per 26 milioni alla Juventus e riavuto in prestito per un anno. Arrivano giocatori svincolati come Cristian Zapata oppure di poco nome ma di grande sostanza come Lasse Schoene, il leader dell'Ajax che aveva buttato fuori la Juventus nell'ultima Champions League: una sentenza su calcio piazzato. Sono recuperati giovani che erano andati a illanguidirsi all'estero come Antonio Barreca, sono lanciati elementi costruiti in casa come Paolo Ghiglione. E in attacco Preziosi non si lascia sfuggire Andrea Pinamonti, di cui l'Inter non sa che farsene una volta tornato dal prestito a Frosinone. Andreazzoli lo piazza in attacco al fianco di Cristian Kouame e i due paiono oggi destinati a trasformarsi nella coppia giovane (20 l'italiano, 21 l'ivoriano) più interessante del campionato. Questo grazie a un allenatore che per prima cosa dice loro: “Divertitevi”.

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