Paolo Maldini e Ivan Gazidis (foto LaPresse)

Cari milanisti, finalmente siamo fuori dall'Europa

Matteo Matzuzzi

Il Tas ha certificato l'accordo con l'Uefa: un anno di castigo che consentirà di ripartire quasi puliti. C'è da festeggiare, non da piangere

Finalmente un po' di chiarezza. Non tanta, sia mai, ma almeno un po'. Il Milan è fuori dall'Europa league, escluso sì ma su sua richiesta. Il comunicato del Tas lo dice chiaramente: l'Uefa e il club amministrato da Elliot hanno concordato una punizione severa che però condona un triennio di bilanci scriteriati. Il danno d'immagine per il club già più titolato al mondo – Galliani lo faceva scrivere sulle maglie – c'è ma insomma, è l'ora di essere pragmatici. Se per risorgere bisogna restare un anno fuori dalla coppetta che il Milan ha sempre guardato – le poche volte che l'ha giocata – come a un fastidioso sassolino dentro la scarpa, ben venga. Il calcio di oggi è soldi, soldi soldi. Il Fair play finanziario è quel che è, una stortura che si riprometteva di ridurre il divario tra emiri e pezzenti e che invece non ha fatto altro che allargarlo a dismisura. Il Milan dei multiproprietari, Berlusconi-Yonghong Li-Elliot, si è trovato in mezzo al guado. Gestioni allegre, campagne acquisti strombazzate da management inadeguati, rendimento scarso degli atleti in campo. Il risultato non poteva essere che questo. L'esclusione consente di tirare una riga e di ripartire, puliti (o quasi) come vergini greche mandate a Delfi davanti all'oracolo. Il sudafricano Gazidis aveva detto di avere le idee chiare e che per tornare dove compete ci sarebbe voluta anche fatica. Oggi sappiamo che era la verità.

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.