I tifosi di Israele e Polonia sugli spalti prima dell'inizio della gara (Foto LaPresse)

Un post antisemita della Federcalcio polacca riapre lo scontro tra Varsavia e Tel Aviv

Redazione

La federazione ha definito la vittoria su Israele un "pogrom", creando l'ennesima crisi diplomatica con lo Stato ebraico

Le tensioni diplomatiche tra Israele e Polonia sono riemerse a seguito di un post antisemita della Federcalcio di Varsavia che ha definito un "pogrom" la vittoria per 4 a 0 contro la nazionale israeliana nelle qualificazioni agli Europei del 2020. Il termine si riferisce alle persecuzioni contro gli ebrei nell'Europa dell'est e ha rievocato i rancori mai sopiti tra i due paesi sul tema dell'antisemitismo. Non è servita a nulla la difesa del portavoce della federazione, Jakub Kwiatkowski, che ha eliminato il post e ha detto al settimanale polacco Polityca "che il termine pogrom viene usato spesso nelle partite. Se avessimo lo stesso approccio, non potremmo usare la parola 'bruciato' nelle cronache". Efraim Zuroff, il direttore del Centro Wiesenthal che si occupa di conservare la memoria dell'Olocausto, ha definito l'episodio "semplicemente vergognoso e inaccettabile. Se c'è un popolo che dovrebbe essere ben esperto del significato sono proprio i polacchi. La gente lì lo sa bene."

 

Il posto pubblicato dalla Federcalcio polacca e poi rimosso (Foto via Facebook)


 

L'antisemitismo è un fenomeno diffuso in Polonia – tra i gruppi ultras ma non solo – e questo in passato ha fatto degenerare i rapporti con Israele. Le frasi del ministro degli Esteri di Tel Aviv, Yisrael Katz, sui pregiudizi antisemiti dei polacchi lo scorso marzo ("ognuno di loro è stato allattato di antisemitismo da sua madre") hanno creato una crisi diplomatica prima di un vertice tra i paesi di Visegrád e Israele in programma a Tel Aviv. Il primo ministro di Varsavia, Mateusz Morawiecki, aveva disertato il summit e il premier ceco, Andrej Babiš, ha reagito nello stesso modo come gesto di solidarietà verso l'alleato. I pregiudizi antisemiti dei polacchi si erano manifestati in una legge che aveva reso illegittimo ogni riferimento ai crimini polacchi contro gli ebrei durante la seconda guerra mondiale. 

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