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L'acciaio del Feralpisalò e un sogno chiamato serie B

Leo Lombardi

La società è stata creata nel 2009 e da allora si è dimostrata una realtà solida della serie C. Oggi nel ritorno con il Catanzaro potrebbe conquistare la promozione

Pallone e acciaio, attrazione fatale. Succede a Chiavari, dove Antonio Gozzi ha fatto dell'Entella una società modello, capace di vincere un campionato di serie C reso estremamente complicato ai liguri dalle vicende di una estate fa. Capita a Cremona, dove Giovanni Arvedi ha riportato la squadra in serie B perché tornasse una presenza consueta della categoria. Una B che inseguono tra Lonato e Salò, dove Giuseppe Pasini da anni tenta di percorrere le orme dei due amici-colleghi, senza però esserci finora riuscito. Nell'acciaio vi è entrato seguendo la strada di famiglia e raccogliendo nel gennaio 2008 l'eredità del padre Carlo. La Feralpi oggi è un gruppo internazionale, specializzato nell'edilizia (ricordate l'Albero della vita, simbolo dell'Expo 2015 a Milano?) e con interessi che si sono naturalmente allargati ad altri campi. Fattura oltre un miliardo di euro, con importanti realtà oltreconfine tra Germania, Repubblica Ceca, Romania e Ungheria). I dipendenti sono 1.500, in pratica il doppio delle persone che assistono alle partite interne della FeralpiSalò.

 

Ed è questo uno dei crucci di Pasini, forse l'unico. Perché se il successo nell'imprenditoria garantisce la credibilità di un'azienda, le vittorie nel calcio sono sempre sinonimo di popolarità. Per questo il presidente ha puntato secco sulla FeralpiSalò, una società nata nel 2009. In quegli anni Pasini è proprietario del Lonato in serie D, spende ma non riesce a salire di categoria. La fusione con il Salò offre la possibilità di iscriversi alla Seconda Divisione, con promozione nel 2011 e presenza fissa in quella che oggi è tornata a chiamarsi serie C. Anni in cui la FeralpiSalò si è costruita un suo prestigio tra gli addetti ai lavori: realtà solida e investimenti progressivi, fino alla costruzione in questa stagione di una squadra indicata tra le favorite per la promozione. Una campagna ingaggi con Andrea Caracciolo come fiore all'occhiello. Il centravanti ha salutato Brescia dopo dodici stagioni e mezzo che ne hanno fatto il giocatore più prolifico nella storia del club, con 179 reti. Intorno a lui un attacco con elementi fuori categoria per la serie C, come Mattia Marchi, Andrea Ferretti e Alessio Vita. Poi Simone Pesce, Michele Canini e Fabio Scarsella, che avevano conquistato la promozione a Cremone. E, a gennaio, anche Pasquale Maiorino dal Livorno.

 

Acquisti importanti cui non ha fatto seguito un campionato all'altezza, in una stagione dominata dal Pordenone. Il gioco non è mai decollato, il pubblico è sempre rimasto freddo e distratto da altri sport, con una media di 870 spettatori a partita (cifra spesso rinforzata dai tifosi altrui e dagli ospiti di Pasini) e l'allenatore Domenico Toscano ha pagato con il licenziamento, arrivato dopo l'ultima giornata della stagione regolare. Una situazione quantomeno singolare, che impediva di mettere sotto contratto un altro tecnico, vista la prospettiva di disputare una partita dei playoff e poi chiudere l'annata, in caso di sconfitta. Così dalla Berretti è stato promosso Damiano Zenoni, vecchia gloria dell'Atalanta insieme con il suo gemello Cristian, traghettatore di un gruppo chiamato ad autogestirsi nelle ultime partite, a cominciare dalla scelta della formazione.

 

Agli spareggi promozione si guarda con fiducia ancor più dopo l'1-0 dell'andata conto il Catanzaro. La squadra possiede l'esperienza necessaria per affrontare partite da dentro o fuori: un'altra cosa rispetto al campionato, come insegna la Champions League. La scorsa stagione la FeralpiSalò si fermò solamente ai quarti di finale, quest'anno ha cominciato buttando fuori il Ravenna (uno 0-0 diventato qualificazione grazie alla migliore posizione in classifica) e ora è attesa del ritorno, con i dubbi che permangono per un gioco faticoso e per la possibile tenuta atletica negli incontri ravvicinati da parte di giocatori non più giovanissimi. Ma le promozioni a disposizione sono due, per riportare la serie B a 20 squadre. E Pasini non vuole che si perda un'occasione storica, per andare a tenere compagnia a Gozzi e a Arvedi.

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