Per salvarsi un club inglese porta un robot in panchina

Il Wingate & Finchley FC, terzultimo nella Isthmian League, la nostra Prima categoria, farà debuttare il 9 febbraio la tecnologia AI coach, un sistema che gestisce i big data del pallone 

Francesco Caremani

Si chiama AI coach e il 9 febbraio esordirà come aiuto allenatore nella partita di Isthmian League, la nostra Prima categoria, tra il Wingate & Finchley FC (terzultimo con 25 punti) e il Whitehawk (ultimo con 21) facendo debuttare ufficialmente l’intelligenza artificiale nel calcio. AI coach è stato commissionato da The Big Bang Fair, la più grande fiera del Regno Unito di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) rivolta agli studenti, ai GreenShot Labs con l’intento di attirare ancora di più l’attenzione dei ragazzi verso queste discipline e il loro sviluppo nel prossimo futuro, che con l’intelligenza artificiale nel football sono già presenti. Questa ha una semplice interfaccia di conversazione, tramite un Amazon Echo, che consente allo staff tecnico di parlare di tattica e gestione della squadra senza avere esperienza o competenze d’intelligenza artificiale. Per adesso AI coach è stato utilizzato solo in allenamento dal Wingate & Finchley FC, club della periferia di Londra, che ha stretto una partnership con The Big Bang Fair.

 

 

AI coach si comporta come un sistema aperto e una volta in uso memorizza i dati degli allenamenti e di ogni partita, più dati assorbe e migliori sono le sue performance, evolvendosi per dare raccomandazioni sempre più mirate. All’allenatore artificiale sono forniti i data, giusto definirli così, di ogni singolo giocatore, dal livello di forma alla sua condizione mentale, dal ruolo alla posizione in campo dove rende meglio. Poi i punti di forza, quelli deboli e la formazione tipo degli avversari. A questo punto la prima cosa che farà AI coach sarà determinare la formazione e il modulo più efficaci per scendere in campo. Durante il match saprà consigliare le sostituzioni, se difendere, attaccare, tenere palla, cambiare modulo, con un solo obiettivo: vincere. “Siamo ansiosi di vedere cosa succede quando s’introduce l’intelligenza artificiale in un ambiente chiuso come il calcio. Questo progetto dimostra quanto sia facile farlo. In poche settimane siamo stati in grado di sviluppare un sistema per una squadra che può essere interrogato e con il quale si può interagire senza difficoltà. Nel corso del tempo AI coach imparerà dai dati che raccoglie e potrà diventare sempre più perspicace”, ha detto Tim Deeson dei GreenShot Labs.

  

“Sfortunatamente oggi è diventato chiaro che la nostra tecnologia ha superato la nostra umanità” disse Einstein. Ma Dave Norman, manager del Wingate & Finchley FC, la pensa diversamente: “Non cambierà la nostra routine, non prenderà il posto dell’allenatore, ma può aiutare lo staff e riassume i cambiamenti tecnologici che abbiamo visto nell’ultimo decennio con la match analysis. I fondamentali sono gli stessi e io sono un grande sostenitore di The Big Bang Fair e dell’obiettivo che si è preposta. Siamo felici di lavorare con AI coach e ritengo che ci aiuterà a migliorare nel processo decisionale e a raccogliere i tre punti”.

 

 

Paul Lerman, direttore del club, è sulla stessa linea: “È una nuova tecnologia, non ci aspettiamo che cambi il calcio ma potrebbe darci dei vantaggi, con maggiori intuizioni, quando conta, per riuscire a vincere la partita”. Per renderlo più interessante, gli ingegneri dei GreenShot Labs hanno inserito delle citazioni, frasi catartiche e motivazionali, come quella di Kevin Keegan: “Segnare un gol in più dell’avversario”. Come se non si sapesse.

 

Tim Deeson è convinto che l’intelligenza artificiale sia solo all’inizio e che entrerà in tanti campi della nostra vita, così come crede che nel calcio con AI coach sia stata solamente graffiata la superficie. Qualcuno ha sarcasticamente suggerito al Monaco d’ingaggiare l’allenatore artificiale piuttosto che fare un altro buco nell’acqua come con Thierry Henry ed è facile pensare che molte squadre dilettanti lo potrebbero acquistare per risparmiare sul tecnico, addirittura con prezzi diversi a seconda dell’esperienza registrata. E perché no: un AI coach Allegri, Guardiola, Sarri, Ancelotti, che ha registrato tutto il sapere di questi tecnici. Guai però al cloud e al pericolo di hackeraggio da una squadra all’altra, per carpirne i segreti. Il calcio con l’intelligenza artificiale, ben pubblicizzata visto che la prossima The Big Bang Fair si svolgerà a Birmingham dal 13 al 16 marzo, fa un altro passo in avanti dopo i big data, i droni e i campi di allenamento capaci di registrare le performance dei calciatori. Ma per fortuna, nonostante alcuni allenatori ci abbiano provato, senza tecnologia, il football non è una scienza esatta, altrimenti tutti avrebbero la formula per vincere la Champions League, oltre i soldi naturalmente.

Di più su questi argomenti: