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Le speranze di Sarri, le illusioni del calciomercato

Jack O'Malley

Boateng al Barcellona è come Banfi all’Unesco. Tutti parlano di Zaniolo (e seguono sua mamma sui social)

L’ultima settimana di calciomercato è come la notte prima dell’esame universitario dopo un mese di serate al pub, partite di calcetto e uscite con la fidanzata: ci si illude di potercela ancora fare, si maledice tutto quel temporeggiare delle settimane precedenti – “la rosa è già competitiva così, non compreremo tanto per comprare” is the new “sono stato attento a lezione, non mi serve passare i giorni sui libri” – e si spera in un colpo di fortuna. Adesso che la moda sembra essere soprattutto quella di fare acquisti per giugno, poi, la sessione invernale del calciomercato assume nuove sfumature: non solo la malinconia per gli acquisti estivi che hanno fatto flop, né appena la speranza che il colpo di gennaio possa essere davvero risolutivo (quasi mai), ma anche un’attesa carica di speranza (“vedrai l’anno prossimo con questo quanto saremo forti”) o rimpianto (“ah, se avessimo avuto già in squadra quello, invece di aspettare la fine del campionato…”).

 

Chi in questi giorni vive di speranza è Maurizio Sarri: partito tra gli “ohh” di ammirazione dei tifosi del Chelsea e gli applausi della critica, si è perso per strada in questi mesi, salvo ritrovarsi in finale di Carabao Cup dopo avere battuto ai rigori un Tottenham più sguarnito di un supermercato la domenica sera. Le liti neanche troppo nascoste con Hazard, i risultati così così in Premier League, la sceneggiata in italiano in conferenza stampa la scorsa settimana (puoi fare tutto a noi inglesi, ma non sbroccare nella tua lingua), gli attaccanti tenuti in panchina e l’insistenza per avere Higuaín a tutti i costi. Speranza, si diceva, perché se il Pipita è quello visto al Milan servirà a poco. “Con Sarri ho reso al mio meglio”, assicura il panciuto attaccante argentino. Anche io ho passato anni bellissimi con la mia fidanzata alle superiori, ma se mai ci tornassi insieme so già che finirebbe malissimo.

 

In attesa di vedere come andrà a finire dalle parti di Londra, non nascondo la soddisfazione di vedere le tre grandi squadre spagnole in difficoltà. Barcellona, Real e Atlético Madrid hanno il fiato corto, ognuna per motivi diversi, e il passaggio di Boateng dal Sassuolo ai Blaugrana – a meno che non sia profezia dell’Apocalisse imminente – lo fotografa benissimo. E, sia detto con simpatia, se Boateng può giocare nel Barcellona Lino Banfi può tranquillamente rappresentare l’Italia all’Unesco. Chi l’acquisto di gennaio se lo è già ritrovato in casa (vi prego, uccidetemi, sono stato momentaneamente posseduto da un giornalista di Raisport) è la Roma: Nicolò Zaniolo – arrivato in estate dall’Inter senza che nessuno sapesse neppure chi fosse – esalta tifosi e commentatori sportivi, che già si affrettano a seppellirlo con la madre di tutti i paragoni tombali, “ricorda Francesco Totti”. Non c’è analogia peggiore per chiunque giocherà nella Roma nei prossimi ottant’anni. Per fortuna le sue qualità calcistiche sembrano già interessare di meno i giornalisti italiani negli ultimi giorni. Se uno cerca “Zaniolo” nelle notizie online è sempre più frequente trovarci accanto “mamma di”. Nessuna volgarità curvaiola, sia chiaro, soltanto la scoperta da parte di molti del profilo Instagram di Francesca Costa: fan di Totti, compagna dell’ex calciatore Igor Zaniolo, conosciuto nel salone di bellezza della cugina dove lui era andato a farsi una lampada, non vuole mettere in difficoltà il figlio, per cui “non farei programmi tv sul calcio perché non voglio conflitti d’interesse”, ha detto mentre si proponeva come concorrente del Grande Fratello. Cheers, Francesca, ti vogliamo così!

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