Wayne Rooney (foto LaPresse)

Un brindisi alla Croazia e un paio a Rooney

Jack O'Malley

La Nations League mi piace un sacco. In Boca-River più spazi che in una partita tra sbronzi

Gloria alla Croazia che ha battuto la Spagna in Nations League e permette all’Inghilterra di giocare per il primo posto nel girone. Più passano le settimane più mi piace questo torneo farsa tra Nazionali. Ma gloria soprattutto a Dejan Lovren: croato, difensore del Liverpool battuto a maggio in finale di Champions dal Real Madrid, odia Sergio Ramos come io la birra analcolica, un liberal le opinioni diverse dalle sue e un sovranista un ragionamento troppo complesso. Dopo essersi insultati a distanza prima della partita di giovedì, i due si sono ritrovati contro sul campo. Da vero tamarro quale è, Lovren si è bullato dopo la partita su Instagram nel corso di una diretta video, dicendo con mirabile sintesi quello che qui qualche settimana fa ha avuto bisogno di qualche migliaio di battute: “Siete un branco di fighette”. Brindo a te, amico Dejan, che forse potevi evitare il social – e soprattutto potevi evitare di spiegare di avere rifilato a Ramos una gomitata senza essere visto – ma hai detto non bene, ma benissimo, la verità sulla Nazionale spagnola.

 

Giovedì sera non ho visto Croazia-Spagna (già mi faccio voluttuosamente e coscientemente del male bevendo brandy e fumando sigari, non esageriamo), c’era infatti una partita molto meno importante ma da non perdere per nessuna ragione al mondo: l’amichevole a Wembley tra Inghilterra e Stati Uniti. Il derby con la colonia dove non sanno giocare a calcio è finito 3-0 per noi, ma la cosa notevole non è tanto la sconfitta di una Nazionale che ormai punta tutto sulle donne per vincere qualcosa. Quella è stata la partita per l’ultimo ritorno con la maglia dei Tre Leoni di Wayne Rooney, che ha così toccato quota 120 presenze, indossato la fascia da capitano, commosso il pubblico, ritirato un premio ed è sceso in campo con i quattro figli e quella santa donna (sappiamo tutti perché) della moglie. L’incolmabile mancanza che trafigge da tempo i cuori dei tifosi del Manchester United non può però essere più riempita dal loro ex capitano. Rooney va forte nel campionato americano, ma è come quando io vado forte giocando con i miei nipoti al parco. E a proposito di mancanze, mi chiedevo come mai questa settimana non si fosse ancora detto niente su Mourinho (che so, un’accusa di stupro, uno scippo a una vecchietta, un colpo di tosse troppo forte al cinema).

  

Per fortuna ci ha pensato proprio Rooney, raccontando i mesi terribili allo United con lo Special One che lo faceva giocare poco e lo imbarazzava. Detto che più imbarazzante del minutaggio di Rooney al Manchester ci sono soltanto gli infortuni di certi giocatori durante il ritiro della Nazionale italiana, non posso che sottolineare però come Wayne si sia comportato da signore nell’occasione. Non penso certamente a dei signori quando penso a Boca-River. Convinto dal martellamento mediatico – e costretto a trovare idee per questo spazio settimanale – ho visto l’andata della finale di Libertadores e ho capito perché quelle due squadre gloriose sono trattate dai giocatori sudamericani come delle Atalanta o dei Sassuolo, punti di passaggio prima di andare a giocare seriamente in Europa. In quella partita c’erano più spazi in campo che in una partitella tra amici dopo una sbronza. Se lo chiamate calcio, allora chiamate le esibizioni dei bigfoot Formula 1.

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