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Chi è Susanna Dinnage la "lady di ferro" della Premier League

Francesco Caremani

L'ex presidente di Animal Planet a gennaio prenderà il posto di Richard Scudamore come amministratore delegato della massima serie calcistica inglese

Susanna Dinnage a gennaio prenderà il posto di Richard Scudamore come amministratore delegato della Premier League, l’Nba del calcio. La notizia è trapelata dopo che il board ha incontrato i venti club per informarli della preferenza, che sta riscuotendo apprezzamenti trasversali: “Susanna è stata una scelta eccezionale, considerata, soprattutto, la sua esperienza nella gestione manageriale e nella trasformazione dei media e nella transizione di questi verso le nuove piattaforme digitali”, ha dichiarato il numero uno del Chelsea Bruce Buck, presidente pure del comitato per le nomine della Premier League, che si è affidato al cacciatore di teste Spencer Stuart per individuare una rosa di candidati, tra i quali è spiccata la figura della Dinnage, a capo del marchio Animal Planet, di proprietà Discovery. Il precedente che ha impressionato maggiormente i dirigenti della Premier League è stata proprio la negoziazione tra Discovery e Sky gestita da Susanna, la quale ha attaccato la piattaforma satellitare fondata da Rupert Murdoch per non avere pagato il giusto prezzo e accusandola di approfittare della sua posizione nel mercato: “Crediamo che Sky stia utilizzando quella che riteniamo essere la sua posizione dominante sul mercato per promuovere il proprio interesse commerciale rispetto a quelli dei telespettatori e delle emittenti indipendenti. Minacciando la vitalità di queste, come Discovery, e il pluralismo televisivo”.

 

Richard Scudamore lascia a Susanna Dinnage un contratto da tre miliardi di sterline a stagione per i diritti televisivi e un campionato che in questi vent’anni ha saputo unire innovazione e tradizione come nessun’altro. Rintuzzando, tra le altre cose, i club più ricchi che ne vorrebbero una diversa ripartizione, dimenticando che quella attuale è una delle forze che più incide sull’appeal della manifestazione. Tensione tornata a galla dopo le rivelazioni dell’inchiesta Football Leaks che ha denunciato l’intenzione delle società più blasonate d’Europa di creare una superlega separata rispetto alle competizioni Uefa. “È stato un privilegio assoluto ricoprire questo ruolo per così tanto tempo”, ha detto Scudamore nel prologo a quello che sarà il suo discorso d’addio, un testamento a metà tra il manifesto e l’eredità. Non senza insidie per il successore che dovrà misurarsi con nuove sfide, alcune delle quali imprevedibili.

 

Quella più complessa e affascinante sarà allargare lo spettro dei diritti televisivi e riuscire a spuntare contratti ancora più ricchi. E in tutto questo Susanna Dinnage non metterà in campo solamente la sua lunga esperienza nei media televisivi, ma anche quella con le piattaforme digitali, dove ha portato i contenuti dei primi, sempre con grande successo.

 

Ha iniziato la sua carriera a MTV Networks, dove ha lavorato al lancio di molti canali, tra cui MTV e VH1, passando poi a Channel 5 dove è rimasta dieci anni prima di approdare a Discovery, arrivando a ricoprire ruoli di grande prestigio e responsabilità: “È stata una fantastica compagna di squadra per tutti noi di Discovery e siamo lieti che abbia l’opportunità, unica e rivoluzionaria, di guidare una delle organizzazioni sportive più importanti al mondo”, ha detto l’ad di Discovery Networks JB Perrette, salutandola e non mettendo ostacoli contrattuali al suo passaggio a capo della Premier League.

 

Aumentando soldi e visibilità i club più ricchi torneranno certamente alla carica per una differente distribuzione dei diritti televisivi ma troveranno la stessa Susanna che ha negoziato con Sky, con quella fermezza che le ha permesso di entrare nel radar della Premier League: “Questa manifestazione significa così tanto per così tante persone. Rappresenta l’apice dello sport professionistico e l’opportunità di guidare un’organizzazione così dinamica è un grande privilegio. Con il supporto dei club e del board non vedo l’ora di continuare a perpetrarne il successo per molti anni a venire”, ha dichiarato la Dinnage, mettendo le mani avanti ma anche chiamando tutti al rispetto dei ruoli, se vogliono continuare a vendere sempre meglio il calcio inglese. Infine la Brexit, di cui tutti parlano ma pochi sanno realmente cosa sarà, sia in chiave diritti televisivi che nella compravendita dei calciatori. Una sfida nella sfida per Susanna.

 

Della sua vita privata non si sa niente, incerto anche l’anno di nascita, ’66 o ’67, ma lì dove molti media hanno voluto sottolineare l’evidenza, la prima donna alla guida della Premier League, quello che colpisce è invece tutto il processo di reclutamento (e la catena di comando che l’ha innescato) basato su curricula inappuntabili, con figure di spicco (era stato fatto anche il nome di Tony Blair, per i suoi rapporti con i Paesi del Golfo) le cui maggiori competenze erano rappresentate dalle capacità imprenditoriali e di leadership, oltre l’esperienza documentata nei rispettivi campi d’azione, meno il calcio. Perché al di là e al di fuori delle quote rosa, crediamo che sia questa la nuova lezione del football inglese, un’industria di successo che ha ragionato come tale e che ha fatto prevalere l’interesse generale sul particolare scegliendo Susanna Dinnage esclusivamente per le sue doti professionali: “Figura di spicco dei media, donna d’affari d’esperienza, sa far crescere chi lavora con lei. È perfetta per il ruolo e siamo fiduciosi che sarà in grado di portare la Premier League verso nuovi traguardi”, ha ribadito Buck.

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