Soviet Adidas

Redazione

Ucraina e Lituania mettono al bando abiti del marchio con la scritta Urss

Adidas ha rimosso dagli shop online americani delle casacche rosse con la scritta Urss e con il simbolo della falce e martello. Non sono stati i cittadini americani a offendersi, anzi le vendite andavano bene. La rivolta è partita dai compratori lituani prima e ucraini poi, i quali hanno fatto presente ai loro governi che quel simbolo e il riferimento a quella nazione che non esiste più erano offensivi nei confronti della loro storia. Ora il capo d’abbigliamento, una maglietta in stile Nba color ramato disponibile sia in versione da uomini sia da donne, non è più disponibile. Il 5 maggio, il ministero degli Esteri lituano ha criticato l’Adidas per la scelta di usare simboli sovietici e su Twitter ha postato la foto della casacca con la scritta: “Essere malati di ‘nostalgia dell’impero’ ancora capita, certo è strano che capiti all’Adidas”.

 

 

Lo stesso giorno, a distanza di qualche ora, è stato l’Istituto nazionale ucraino per la Memoria che ha chiesto al marchio di interrompere la vendita di vestiti che riproponessero a tema ludico elementi dolorosi del loro passato. La protesta è diventata enorme soprattutto nel momento in cui si è trasformata in hashtag e utenti ucraini e lituani hanno deciso di proporre il boicottaggio del brand tedesco al grido di #StopAdidas. Alla fine la casa d’abbigliamento ha ceduto, le era sfuggito che dal 2008 la Lituania ha varato un provvedimento che equipara i simboli sovietici a quelli nazisti e li proibisce. Anche in Ucraina esiste un divieto simile e così il marchio ha deciso di rispettare le proteste e di ritirare dal mercato ogni riferimento alla storia sovietica.

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