Alvaro Morata segna il secondo gol del Chelsea contro il Southampton (foto LaPresse)

That Win the Best

La serie A non è bella perché incerta e le battute su Buffon hanno rotto le palle

Jack O'Malley

Guardate un Chelsea-Arsenal e paragonatelo a un Milan-Torino e poi venite a dirmi in quale campionato le partite sono più emozionanti. Vorrei bere anche io quello che bevete voi

Londra. Vi conosco, e so cosa state pensando e dicendo, dopo domenica sera. Ho molti amici italiani (sì, sembra “ho molti amici gay”, ma è diverso, almeno credo) che mi mandano fastidiosi whatsapp per ripetermi che la serie A è di nuovo il campionato più bello del mondo perché è l’unico a essere rimasto davvero appassionante in Europa, con la lotta per il titolo ancora aperta a quattro giornate dalla fine. Altro che Premier League, mi dicono i simpatici espertoni, dove da dicembre già si era capito che avrebbe vinto il Manchester City. Vorrei bere anche io quello che bevete voi per cercare di sostenere razionalmente questa tesi senza sentirmi ridicolo. Guardate un Chelsea-Arsenal – non dico un Liverpool-Tottenham – e paragonatelo a un Milan-Torino o a un Inter-Atalanta; poi venite a dirmi in quale campionato le partite sono più belle, divertenti e spettacolari.

 

Non sarò certo io a fare l’elogio del calcio champagne, ma tra un Juventus-Napoli con tre tiri in porta in 90 minuti e un Manchester City-Manchester United a caso non ho dubbi su chi scegliere. Ammetto che vedere il campionato italiano riaperto dopo sette anni è una consolazione, anche solo per gli scommettitori. Durerà poco, ovviamente, dato che a Napoli hanno già iniziato a festeggiare lo scudetto e a fare i bulli nelle dichiarazioni post partita sulla Juve che gioca le partite come se fossero finali e infatti le perde. Tra le molte colpe che internet e i social network hanno c’è quella di fare credere a tutti di essere molto simpatici e originali: alla prossima battuta sull’insensibilità degli avversari della Juventus che al posto del cuore hanno una pattumiera / una rovesciata / un babà / salsiccia e friarielli metto mano alla bottiglia (per spaccarla in testa a qualcuno).

 

Mi consolo con il gran finale del calcio inglese di quest’anno, la finale di Fa Cup tra Manchester United e Chelsea. E’ la partita dei rimpianti, delle stagioni che potevano essere migliori, degli errori di mercato, è vero. Ma è anche la partita di Mourinho contro Conte, a Wembley, e già solo l’idea dovrebbe eccitare pure gli impotenti del calcio. Chi certo non ha bisogno di eccitarsi di più sono i tifosi di Liverpool e Roma, che questa sera si ritrovano di fronte in Champions League dopo oltre tre decenni. Tutto quello che poteva essere scritto e pensato è già stato detto in questi giorni. La vigilia del match è stata ricca di complimenti di cortesia tra allenatori e giocatori delle due squadre. La Roma confida molto nel ritorno in casa, dato che l’Olimpico è stato infallibile contro il Barcellona. 

  


 

Amanti dell’enigmistica, da domenica i napoletani si sono appassionati a nuovi rebus e a vecchi stereotipi di genere che funzionano sempre


 

Anfield però non è il Camp Nou, un teatro dove il pubblico pagante applaude con la puzza sotto al naso e al terzo passaggio sbagliato si indispettisce. Su quel campo ci sono ancora le ceneri di Bill Shankly, il manager che ha creato il mito dei Reds, e che ha voluto riposare per sempre davanti alla Kop, una delle “curve” più belle del mondo: se ai giallorossi tremeranno le gambe c’è da capirli. L’importante è che sappiano che probabilmente sarà il Liverpool a passare: Klopp è il migliore a raggiungere le finali e a perderle – e no, la Juve non sta pensando di prenderlo come allenatore, simpaticoni: alla domanda su un suo futuro in Italia ieri Klopp ha risposto, da vero tedesco, “no, so ordinare solo gli spaghetti”.

 

A proposito di cibo, non posso non gioire con i milanisti, che almeno vedono il pericolo scampato: con la sua dieta vegana Vincenzo Montella – che un girone fa se la rideva per il 2-2 dei rossoneri contro le Streghe – ha fatto danni pure in Spagna: Siviglia fuori da tutto, e sconfitto in finale di Coppa del Re dal Barcellona, grigliato per bene da Messi e compari circensi: cinque cetrioli per l’Aeroplanino.