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Guardiola: “L'alcol mi rilassa”. Giornalisti: “L'alcol ci fa dare le notizie di calciomercato”

Jack O'Malley

Presentando la sfida di questa sera contro il Bristol City, il tecnico del Manchester City mi ha commosso per la prima volta

Londra. Quando un giornale italiano dà una notizia citando come fonte il Sun o il Daily Mail il mio consiglio è quello di diffidare sempre, o quasi. Tranquilli, non ho sbattuto la testa contro l’armadietto dei liquori in casa, risvegliandomi dalla botta convinto di essere maestro di giornalismo alla Luca Sofri. Ho semplicemente letto la Gazzetta dello Sport di ieri, invidiando la sbronza che devono essersi presi in redazione prima di scrivere che Mario Balotelli andrà alla Juve a fine stagione. Capisco che i tifosi bianconeri si siano depressi alla sola idea: un giocatore che negli ultimi anni è riuscito a giocare bene solo in quel campionato di pupazzi che è la Ligue 1 francese non può giocare nella squadra campione d’Italia (sì, va bene, ci hanno giocato pure Matri e Amauri, ma almeno loro sono persone per bene).

 


Claudine Palmer, moglie del calciatore irlandese Robbie Keane, si trova molto a suo agio in India, dove da agosto scorso gioca il marito


 

Mentre i fan della Vecchia Signora si lamentano sui social di Balotelli, quelli dell’Inter sono tornati a una delle varianti più apprezzate del loro passatempo preferito, il lamento: lamentarsi dei propri giocatori insultandoli. Il povero Santon ha chiuso il proprio profilo Instagram per gli improperi ricevuti dopo la cappella in Inter-Roma. Un brutto giorno per la libertà di espressione (e di cappella), un bel giorno per la libertà tout court: meno profili Instagram di calciatori ci sono, migliore può essere questo mondo.

 

La Premier League continua a regalarci soddisfazioni, Harry Kane ci fa godere (smetterà di segnare in tempo per il Mondiale, come da tradizione della Nazionale inglese nelle competizioni internazionali dal 1966 a oggi), il mercato tra Arsenal e Manchester United promette molto bene: Alexis Sánchez con il numero 7 dei Red Devils sulla schiena è tanta roba, visti i predecessori (Di Maria a parte). E a proposito di Premier League mi tocca fare un coming out che mai avrei pensato di fare: presentando la sfida di questa sera contro il Bristol City (semifinale di ritorno della Coppa di Lega), il tecnico del Manchester City, Per Guardiola, mi ha commosso per la prima volta. Parlando della formazione che schiererà, ha ammesso: “Di solito non mi fermo a pensare troppo a quello che sarà dopo. Prima mi bevo un bicchiere di vino rosso: con l’alcol in corpo riesco a concentrarmi meglio. Allora posso decidere quale formazione sia migliore”. Il mio vecchio cuore di buon bevitore ha sussultato, lo ammetto, facendo crescere la poca stima che avevo nei confronti dell’allenatore catalano a livelli impensabili: ora nella mia personale classifica delle simpatie sta tra i miei vicini di casa e mia suocera.

 


La prima foto circolata sul web di Sanchez con la maglia dello United. L’abbiamo messa per non esagerare con la figa


 

Spero però che altri allenatori non vogliano seguire il suo esempio: di squadre messe in campo da ubriachi ce ne sono già troppe. Chi probabilmente già adotta la tecnica del bicchiere di vino è Eusebio di Francesco: l’allenatore della Roma sembra però preferire l’alzatina di gomito prima di fare i cambi in partita, con effetti che si commentano da soli. Quello però non è il metodo Guardiola, bensì il metodo Nainggolan: alcol e bestemmie (dei tifosi).

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