Francesco Totti (foto LaPresse)

Dedicate lo stadio a Francesco Totti, contro l'antipolitica

Maurizio Crippa

Il nuovo direttore sportivo della Roma e le frasi sull'“ultimo anno da calciatore” del capitano giallorosso 

“So che Francesco ha un accordo col club per diventare dirigente dopo questo suo ultimo anno da calciatore”. E ti puoi chiamare Ramón Rodríguez Verdejo, detto Monchi. E puoi essere un ex portero del Siviglia, come un barbero di Siviglia. E può essere il tuo primo giorno da direttore sportivo della Roma. Però certe cose, bada a come le dici. Scegli bene le parole, oppure avvisa prima, grida “timbeeeeeerrr!!!” come i boscaioli delle Montagne Rocciose. Perché hai appena detto che Totti si ritira. Totti, Francesco Totti. L’ultimo re di Roma, l’ultima bandiera del calcio. Il Dieci che fu Pupone, ma da tempo s’è uomo fatto. E non diremo niente del calciatore, del genio coi piedi, di tutte quelle cose di cui parleranno, e meglio, altri. Diremo questo, senza citare le barzellette e la pubblicità. Diremo che nel magico e multiforme ingegno di Francesco Totti c’è anche questa cosa, che lo toglie dalle transeunti glorie e dai sempiterni dolori del pallone: è un uomo intelligente, e sorprendente ironico. E questo, nel calcio, nel calcio italiano, non capita quasi mai. E vale un Pallone d’oro. E diremo poi, del Capitano che s’è presa sulle spalle non la squadra ma la città, e voleva fortemente voleva le Olimpiadi, e voleva e fortemente ha voluto lo stadio, lo stadio della Roma, che è la miglior riserva (absit iniuria verbis) contro l’antipolitica di cui Roma disponga. Se vi pare poco. Dovrebbero dedicarglielo subito, lo stadio. Come a un Meazza ma da vivo. Stasera si gioca al Francesco Totti. E per una volta, viva (la) Roma.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"