Greipel vince ancora e saluta. Arresti al Giro per corse notturne

Giovanni Battistuzzi

A Bibione il tedesco della Lotto regola Ewan e Nizzolo: è il suo terzo successo in questa edizione. Sarà l'ultimo visto che già in mattinata aveva annunciato il ritiro dalla corsa. Jungels conserva la maglia rosa. Abecedario del Giro: N come neve, N come notte.

Dodicesima tappa, Noale-Bibione, 182 chilometri. La prima è stata potenza, la seconda supremazia, la terza astuzia. André Greipel fa tripletta a questo Giro dominando la volata a suo modo, mettendo in fila il gruppo al suo solito, capendo che l'unico modo di non essere sopravanzato dall'australiano Caleb Ewan era quello di chiudergli la porta in faccia: lo ha chiuso con grazia verso le transenne, lecitamente gli ha fatto capire che non era il caso di passare. E così il tedesco si conferma il migliore velocista di questa edizione: buon per gli altri che abbia già deciso di salutare la corsa. Chi me lo fa fare di scalare prelati friulane, dolomiti, alpi piemontesi, si sarà chiesto. Lascerà la corsa domattina, tutto deciso, tutto annunciato, fine corsa.

 



 

Doveva essere corsa balneare, un lungo piano verso l'Adriatico, verso Bibione, è diventata tappa acquatica. Pioggia intensa al mattino, pioggia intensa per quasi tutto il giorno. Il maltempo ha graziato il gruppo solo per gli ultimi venti chilometri, giusto in tempo per asciugare il terreno per le ruote veloci degli sprinter. Le previsioni davano diluvio sull'arrivo, l'organizzazione si era preparata al peggio, aveva annunciato che a otto chilometri dall'arrivo i distacchi sarebbero stati annullati. E così tre quarti del gruppo si è rialzato, ha proseguito calmo e beato sino all'arrivo. Beffa ha voluto che il sole uscisse proprio in quel momento, giusto in tempo per salutare Greipel che salutava il Giro.

 

ARRIVO: 1. Greipel; 2. Ewan; 3. Nizzolo; 4. Modolo; 5. Porsev; 6. Hofland; 7. Savitskiy; 8. Haussler; 9. Zabel; 10. Colbrelli.

CLASSIFICA GENERALE: 1. Jungels; 2. Amador +24"; 3. Valverde +1'07"; 4. Kruijsijk; 5. Nibali +1'09"; 6. Majka +2'01"; 7. Zakarin + 2'25"; 8. Chaves +2'43"; 9. Brambilla +2'45"; 10. Ulissi +2'47".

 


Abecedario fisso – L'altro Giro di Maurizio Milani

 

N come NOTTE – Le gare di ciclismo notturne si sono sempre disputate. La Federazione ha sempre preso le distanze ma noi le si faceva lo stesso. Ieri per esempio si è disputata una gara notturna tra amatori sullo stesso percorso della tappa del Giro di oggi. Ha vinto un ragazzo di 19 anni del Montana (Usa). Ci ha messo dalle due di notte alle nove del mattino. All'arrivo è stato arrestato. Sia lui che il direttore di corsa. Gli altri partecipanti sono riusciti a fuggire.


 

 

L'Abecedario del Giro

 

N come NEVE – L’ultima volta che le strade del Giro si sono imbiancate era il 2013. Nibali appare in maglia rosa sulle Tre Cime di Lavaredo immerso in un velo di fiocchi di neve. Lassù sigilla il suo successo, riscatta con un’azione di rabbia e orgoglio le malelingue che parlavano di mezzo successo. Il giorno prima il maltempo aveva infatti obbligato gli organizzatori ad annullare la tappa più importante, quella che doveva unire in un unico percorso il Passo di Gavia e il Passo dello Stelvio, ossia le due grandi cime delle Alpi lombarde. Nibali era primo, il suo primato mai messo in discussione, ma non bastava. Serviva la controprova. Arrivò nella tempesta.

 

Tra il bianco delle vette il Giro diventa epopea. Prima di Nibali soprattutto Charly Gaul. E’ il 1956, l’8 giugno. Il panorama è dolomitico: Merano-Monte Bondone, 242 chilometri. Lo scenario è invernale. Pioggia e vento alla partenza, inizia a fioccare sul Rolle, si intensifica sul Brocon, diventa tempesta a Trento. Il gruppo chiede la neutralizzazione della corsa, il patron Vincenzo Torriani non sente ragioni. Charly Gaul era staccato di 16 minuti dalla maglia rosa Pasquale Fornara alla partenza. Va in fuga sul Costalunga, cerca la vittoria di tappa, trova la leggenda. Il freddo blocca le gambe a molti, in sessanta si ritirano, Fornara lo trovano in un casolare cinque ore dopo la conclusione di tutto, avvolto in una coperta che beve grappa per riscaldarsi. Gaul invece non si ferma, scala e impreca. In cima al Bondone è primo. Passa il traguardo e cade di bicicletta, lo sollevano a forza, è incosciente, lo mettono in una tinozza di acqua bollente. Si sveglia. Ci vorranno oltre dieci minuti prima che possa proferire parola. Dietro di lui il vuoto: Giuseppe Fantini, secondo, arriva dopo quasi otto minuti, Fiorenzo Magni a poco più di dodici. Gaul conquista la maglia rosa. Vincerà quell’edizione due giorni dopo a Milano.

 

Nel 1988 nella Chiesa Valmalenco-Bormio, la neve si riprende la scena. E’ il 5 giugno e salendo sul Passo di Gavia una bufera si abbatte sui corridori. Franco Chioccioli parte in maglia rosa, ma nel gelo della salita va in crisi. L’olandese Johan van der Velde, che si giocava la classifica a punti, perde la mantellina e scala il gigante in maglietta. In cima viene soccorso dai medici e portato all’interno di un camper con un principio di ipotermia. Erik Breukink e Andrew Hampsten sono gli unici che resistono al freddo, scendono come sciatori verso Bormio. L’americano ribalta la corsa, conquista la rosa e ipoteca il successo finale. Vincerà il Giro sette giorni dopo a Vittorio Veneto.

Di più su questi argomenti: