Berlusconi con Mr. Bee (foto LaPresse)

Un laser sul Milan

Maurizio Crippa
Il metodo del titolo in prima pagina, come un laser verde sparato negli occhi allo stadio, è vecchio ma funziona sempre. I fatti, come l’intendenza, seguiranno. Sabato 26 settembre Repubblica spara: “Vendita Milan e diritti tv, i pm aprono un’inchiesta”.

Il metodo del titolo in prima pagina, come un laser verde sparato negli occhi allo stadio, è vecchio ma funziona sempre. I fatti, come l’intendenza, seguiranno. Sabato 26 settembre Repubblica spara: “Vendita Milan e diritti tv, i pm aprono un’inchiesta”. In mezzo c’è stato un weekend di paura, nuovo tracollo della squadra (sabato, ma quello è il meno), una riunione nervosetta con Fondazione Fiera, che vorrebbe 10 milioni di penale per il dietrofront sullo stadio (lunedì) e il mancato arrivo del broker thailandese Bee Taechaubol, che avrebbe dovuto firmare entro oggi le carte per acquistare il 48 per cento del Milan.

 

Un martellamento d’artiglieria. Nel frattempo, Marco Mensurati ed Emilio Randacio, i due segugi di Rep., pestano un po’ d’acqua nel mortaio, e iniziano un arretramento tattico: “Il giorno dopo le rivelazioni di Repubblica, dalla procura di Milano non arriva nessun commento. L’indagine che parte dai diritti televisivi e arriva a lambire la scalata al Milan resta protetta da un roccioso riserbo”. “Arriva a lambire” (sic). Eppure si tratterebbe, ma chi può dirlo adesso, del “primo scossone di un terremoto destinato a scuotere dalle fondamenta il calcio italiano”. Nessuno può dirlo, ovvio, ma intanto scrivilo. Fino alla fatidica data di ieri, in cui si ha conferma che esiste un’inchiesta milanese per “ostacolo alla vigilanza dell’Antitrust”. In ballo c’è l’accordo tra Mediaset e Sky per i diritti del calcio in tv, che coinvolge anche  Infront, la società che gestisce il marketing calcistico. Secondo le ipotesi dell’Antitrust e dei pm, Mediaset e Sky avrebbero fatto cartello, danneggiando la Lega calcio per 150 milioni di euro. La notizia è buona, anche se non vale esattamente il titolo sul Milan di tre giorni prima.

 

[**Video_box_2**]Che c’entra infatti la vendita del Milan, tra l’altro ancora non avvenuta? E’ un mistero fitto come gli spifferi di procura, o come certi rivoli carsici di inchieste nebulose. Il trait-d’union dell’indagine, che la procura guidata ancora per poco da Edmondo Bruti Liberati smentisce esistere, sarebbe un banchiere italo-svizzero, arrestato per una questione di conti correnti gestiti per conto terzi all’estero. Il banchiere si sarebbe “marginalmente” interessato alle trattative tra il Cav. e Mr Bee. Ma, appunto: l’oggetto è una trattativa tra privati, ancora in corso (e al momento nessuno è in grado di scommettere se avrà una conclusione positiva), perché mai debba spuntare un’ipotesi preventiva di reato, non è chiaro. Ma le vie delle indagini sono infinite, soprattutto quando girato attorno a Silvio Berlusconi, si starà  a vedere. L’inchiesta sull’ostacolo all’Antitrust potrebbe infatti unirsi a un’altra per corruzione, e dagli elenchi svizzeri del banchiere finito in carcere nessuno sa ancora nulla. Però, allo stato dell’arte, perché mai, alla prima puntata, Rep. abbia voluto strillare nel sommario: “Il faro della giustizia si accende sulla vendita di metà del club rossonero proprio mentre l’operazione entra nel rush finale”, per poi dover calare di tono, è un mistero. Un faro che si accende su un fatto che ancora non s’è verificato è come quei laser verdi che i tifosi sparano negli occhi del portiere, prima che parta il calcio di rigore. Magari lo abbagliano. Magari prendono un abbaglio.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"